mercoledì 19 settembre 2012

Gesù è la pace

"Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando il Signore”. (Luca 24, 50-53).

Con questo passo biblico di Luca si conclude la nostra preghiera. La fine non è che l’inizio di ciò che il Signore ha compiuto questa sera in ciascuno di noi, donandoci la gioia, ricordandoci gli innumerevoli prodigi che ha compiuto nella nostra vita e che continua tutt’ora ha compiere rinfrancando i nostri cuori appesantiti dal peccato e oppressi dalla tristezza e dall’angoscia.
La fine non è che il risultato di un Padre che viene personalmente, per mezzo dello Spirito Santo, a donare Amore e Misericordia per i propri figli, dandoci la gioia di vivere e moltiplicando in noi la speranza della risurrezione dopo la morte.
Ancora una volta, il Signore viene a visitare i cuori agitati, come in una tempesta, cuori angosciati e appesantiti e come disse ai Suoi discepoli: “ Pace a voi!” , così lo ripete questa sera ad ognuno di noi: “ Pace a te figlio, pace a te figlia mia!”
Gesù Signore viene per donarci la Sua pace, sedando la tempesta che c’è dentro di noi e a dirci che Egli è il Risorto che vive ed è con noi sempre. Chiediamo al Signore di aprire gli occhi del nostro cuore affinché possiamo accogliere la Sua grazia di salvezza.
Il Signore, infatti, ci invita a ricevere la Sua pace e con il canto “Noi ti diamo gloria” ci abbandoniamo e facciamo entrare questa pace, lasciamo che Gesù guarisce e tocchi la profondità dei nostri cuori. Intensifichiamo la nostra preghiera con il canto in lingue, che è un canto di guarigione. Doniamo il nostro peccato al Signore Gesù, doniamoGli tutto ciò che appesantisce la nostra vita ed è impedimento alla Grazia che vuole entrare per donare nuova vita.
Il Signore, a tale proposito, ci fa un invito e per mezzo di un’immagine, viene in veste di mendicante e chiede a ciascuno di noi una moneta. Essa,dice il Signore, è il nostro peccato. Ci chiede di donarglielo, di liberarci di esso. Qualcuno ancora si sente in colpa di un qualcosa pur essendo stato già perdonato. Il Signore vuole che diveniamo angeli.

E ancora, un’altra immagine di un grande roveto ardente in mezzo alla chiesa e il Signore che invita ciascuno di noi a buttare il nostro peccato dentro questo grande fuoco.

A conferma ci sono due passi biblici tratti dal Vangelo di Matteo 15, 29-31:
"Allontanatosi di là, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là.
Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì.  E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele".

Matteo 19, 13-14:
"Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli".

Invochiamo lo Spirito Santo e come il Signore Gesù ci ha invitato, doniamoGli quella moneta, diamole un nome, consegniamo a Gesù quel peccato che ci dà tormento e chiediamoGli la libertà.
Col tuo amore, col tuo potere Gesù riempi la nostra vita. Vogliamo appartenerti, vogliamo essere tuoi, vogliamo risorgere con Te perchè Tu sei il nostro Dio, il nostro Signore!
Grazie Gesù per quello che hai compiuto questa sera nella nostra vita. Ti ringrazio, ti lodo e ti benedico perché Tu ancora una volta vieni a guarirci e liberarci dal laccio del peccato. Tu non vuoi la morte del peccatore, ma che si converta e viva! Lode a Te Gesù!  









 

Nessun commento:

Posta un commento