Le origini e i primi 15 anni


Siamo fortunati, perchè raccontare le origini del Gruppo Regina degli Apostoli di Nichelino non significa fare un grande sforzo di memoria o andare a raccogliere le testimonianze dirette di chi ha partecipato e animato le prime fasi del gruppo; è bastato recuperare il testo di un libro, pubblicato nel 2004, che, su richiesta del Signore, racconta le origini e i primi 15 anni di vita del gruppo.

INTRODUZIONE

Siamo nel 2004 e per la prima volta, nella storia del gruppo di preghiera del Rinnovamento nello Spirito “Regina degli Apostoli” di Nichelino (TO), il Signore, tramite una profezia diretta al pastorale, ha chiesto espressamente di scrivere la storia del gruppo ripercorrendo quanto accaduto dalla sua nascita fino ad ora, attraverso le esperienze di alcuni pastori, le iniziative intraprese con i giovani e quelle aperte a tutto il gruppo.
Non sarà una descrizione di eroi, che sarebbe peraltro inverosimile, ma terrà in considerazione anche i momenti difficili, le paure e gli ostacoli che ci hanno accompagnati in questi lunghi, ma allo stesso tempo brevi, 15 anni di infinite e abbondanti grazie da parte del Signore Gesù.
Questo è un segno del Signore che, forse, ancora una volta vuole dimostrarci quanto il Suo Spirito sia sempre così innovativo, originale, unico e irripetibileESCLUSIVO per dirla alla maniera degli economisti(!), proprio come il Suo Amore per noi, servi inutili.
Ma non solo…a chi avesse perso la volontà di andare avanti e di servirlo, a causa di tanti ostacoli e di svariati avvenimenti scoraggianti, il Signore vuole, attraverso queste pagine, ridonare la forza e la gioia di servirlo in santità e giustizia, affinché “ogni ginocchio si pieghi ed ogni lingua professi che Gesù Cristo è il Signore!”. A tutti coloro che svolgono un servizio di guida nel gruppo il Signore Gesù continua a dire:
“Avanti! Nessuna cosa deve farvi fermare.
L’importante è andare sempre avanti!”

1. COME INIZIA IL GRUPPO GIOVANI



Siamo nel 1988 nella chiesa di legno “Madonna della fiducia” di Nichelino, più propriamente conosciuta come la baracca, dove già esiste un gruppo di preghiera del Rinnovamento, gruppo madre e tuttora esistente.
Vogliamo chiedere alla responsabile del gruppo, Gemma Stella: come e quando è nato il gruppo giovani? Che cos’è che ti ha spinto a cominciare un cammino con loro?
Ricevetti la preghiera d’Effusione il 5/4/1987 al gruppo “Alleluia”, che all’epoca si incontrava per pregare in C.so Regina Margherita (TO). Sei mesi dopo, il Signore, insieme ad altre sorelle del gruppo, mi chiamò a fondare un nuovo gruppo presso la chiesa Madonna della Fiducia. Ormai eravamo veramente tanti a spostarci ogni giovedì sera per andare a pregare dall’altro lato della città.
Dopo circa un anno, sentii nel cuore di dover radunare, a parte, i giovani che partecipavano alla preghiera comunitaria del lunedì sera, presso la parrocchia Madonna della Fiducia. Si tenne, così, il primo ritiro esclusivamente dedicato ad essi, presso una casa parrocchiale di Biella.
Ho sempre avuto una predilezione particolare per i giovani e mi è sempre stata a cuore la loro formazione morale e spirituale. I ritiri sono sempre stati motivo di crescita e di formazione per questi ragazzi, per i quali il Signore ha sempre provato un grande amore e una misericordia infinita.
Si costituì il gruppo giovani che, per circa un anno e mezzo, oltre a partecipare alla preghiera comunitaria s’incontrava una volta alla settimana per pregare.
Alcuni dei nomi dei giovani, allora presenti, sono: Enrico Di Caprio, Lorena e Giovanni Tarallo, Leonardo Fiandaca (mio figlio), Tiziana Laviano, Miriam Zerbin, Marianna Di Carlo, Anna Gulotta e Assunta Di Salvo, Anna e Maria Marca e tanti altri che, con il tempo, hanno scelto altre vie.
Ad un ritiro in montagna, in profezia, il Signore mi disse:
“Va’ da Don Paolo e chiedigli se ti dà una sala per i giovani.”
Io andai da Don Paolo e gli chiesi un luogo dove poter pregare e lui mi diede la Chiesa Nuova (nel settembre del 1989), ma la chiesa era enorme per accogliere solo una ventina di persone. Ad ogni modo, cominciammo; il Signore operava e alcuni cadevano nel riposo nello Spirito. A sostenermi nell’animazione della preghiera, in quel periodo, c’erano Leo, Miriam, Assunta, Lorena e Tiziana. Assunta suonava il cembalo e Leonardo la chitarra. Confesso, però, che nonostante il loro aiuto, il mio scoraggiamento fu davvero tanto poiché la chiesa era fredda e i ragazzi non aprivano bocca. Più volte domandai al Signore: “Perché mi chiami qui? Perché mi hai fatto passare da una preghiera molto calorosa a un disastro?”
Verso il mese di novembre incominciavamo a battere i denti a causa del freddo e chiesi al parroco di darci un altro posto per pregare. Don Paolo ci diede una stanza accanto alla quale s’incontrava sempre un gruppo musicale; il baccano era tale da rendere impossibile la preghiera, così, dopo un’ulteriore richiesta, non gli restò che darci la Chiesa Antica.
Ovviamente, dobbiamo ritornare indietro nel tempo e pensare che il Rinnovamento non era molto accettato, soprattutto il tipo di preghiera con le mani alzate, a volte anche davanti al Santissimo, causava, e causa tutt’ora, molta diffidenza e molto imbarazzo negli
altri. Ciò nonostante, il parroco ci ha appoggiati e non ci ha mai negato un luogo dove poterci incontrare!
Una volta cominciati gli incontri con i giovani e portando avanti il cammino, si è sentita la necessità di aprire gli incontri a tutti, diventando così un gruppo come tutti gli altri, non è vero?
La richiesta di quanto hai appena affermato è venuta dall’esterno, o meglio, dagli adulti in quanto anch’essi avevano il piacere di partecipare. Agli inizi, però, il Signore ha confermato che quello era un gruppo giovani e la preghiera era dei giovani…gli adulti potevano però assistere alla preghiera.
Col tempo, ovviamente, il gruppo è cresciuto e si è amalgamato; non lo si è più potuto definire gruppo giovani, anche se il Signore ha sempre dimostrato una particolare attenzione per loro, facendoli venire da ogni parte della città e soprattutto attirandone molti… ognuno, però, resta libero di scegliere la propria strada, per cui alcuni sono ancora oggi presenti, altri portano la loro esperienza dove sono stati chiamati e altri ancora hanno cambiato percorso…nella piena convinzione che Dio ha un piano di Salvezza per tutti.
Prima hai affermato di avere avuto momenti di scoraggiamento e di sconforto, pensando magari che quello che stavi facendo era volontà tua e non di Dio. C’è stato un momento preciso nella tua vita in cui hai capito che quello che stavi facendo non veniva da te, ma da Qualcuno più in alto che ti ha dato la forza, la gioia e l’ispirazione per andare sempre avanti?
Sì, in effetti, quando il parroco ci diede la Chiesa Antica, mi resi conto che in quel momento si stava realizzando una profezia, accompagnata da un’immagine, che il Signore mi aveva dato precedentemente.
In questa immagine si vedeva la Chiesa Antica gremita di gente con le mani alzate e la figura della Madonna, simile alla Madonna di Pompei, che si presentava dicendo: “Sono la Regina degli Apostoli, passerà il parroco, passeranno i gruppi, ma questo gruppo non passerà mai!”  
Ebbi, così, la conferma e la certezza che il tempo dedicato fino a quel momento ai giovani era stato volontà di Dio.
Alcuni dei primi giovani ci raccontano la loro esperienza…
Leonardo
Leo, sapresti dirci quando sei entrato a far parte del Rinnovamento nello Spirito?
Ricordo di essere entrato per la prima volta in un locale ove si teneva una preghiera di rinnovamento nel settembre del 1986. Era il gruppo “Alleluia” di Torino. Nella primavera dell’anno seguente ricevetti la preghiera d’effusione.
In realtà, ci si recava in Torino una volta alla settimana per pregare. Solo in seguito si è sentita la necessità di fondare un gruppo a Nichelino, unitamente all’esigenza di svolgere attivamente dei servizi.
Sono cresciuto nel gruppo del Rinnovamento condividendo ogni cosa con i miei genitori, anche se a distanza di tempo riconosco che ero piccolo. Eppure mi ritrovo benissimo inserito in questo cammino. Grazie anche alla possibilità di condividere la mia gioventù con i ragazzi della mia età, più o meno.
Tu appartieni, come accennato prima, a quel gruppo di giovani che nel 1989 hanno cominciato a incontrarsi per alcuni ritiri di formazione, per pregare una volta a settimana. Cosa ti viene in mente ripensando a quei momenti?
Ricordo che, inizialmente, questi incontri si tenevano in case private, poiché a causa della nostra inesperienza, eravamo convinti che con Cristo noi stessi avremmo potuto affrontare ogni difficoltà spirituale. In realtà, ci accorgemmo ben presto che la presenza di un adulto era indispensabile, per mettere un po’ di ordine e per chiarire le idee di alcuni che frequentavano perché attratti dalla curiosità per l’esoterismo e per la superstizione.
Il Vangelo parlava chiaro: noi non ci incontravamo per svolgere delle sedute spiritiche, ma per lodare Dio nella semplicità, pur condividendo una nuova spiritualità fatta di carismi, Parola di Dio ed evangelizzazione. Alcuni rimasero delusi e si allontanarono.
Sentimmo anche l’esigenza di preparare dei ritiri di più giorni una volta al mese. Quelle furono esperienze forti, perché invitavamo religiosi, sacerdoti e persone con un lungo cammino carismatico alle spalle che, oltre a tenere gli insegnamenti, aggiornavano le nostre metodologie con diverse dinamiche.
Furono gli anni in cui rafforzammo il nostro cammino di gruppo, costituito da ragazzi che, non solo condividevano un sentimento di amicizia, ma anche di profondo desiderio di mettere in pratica i valori che il Vangelo proponeva. Come in tutte le compagnie, non mancavano neppure i litigi e le incomprensioni, ma la preghiera comunitaria ci aiutava a limare ciò che ci divideva, con la forza straordinaria del perdono e della riappacificazione.
Per noi giovani, fu un’esperienza unica poiché a livello regionale non c’erano altre proposte spirituali di questo tipo.
Proponemmo anche delle settimane estive, due in località marittime e una in montagna… Fu un successo enorme, un’occasione irripetibile che solo la generosità e la spensieratezza, tipiche dei giovani, potevano renderla tale.
Ricordo che al primo incontro, svoltosi vicino S. Benedetto del Tronto, parteciparono più di sessanta ragazzi provenienti da varie parti d’Italia: dalla Sicilia, dal Lazio, dalla Campania, dalla Basilicata, dalla Lombardia… più noi di Torino che eravamo all’incirca una quarantina. Conclusosi il ritiro, molti piansero perché nella realtà di tutti i giorni sapevano che non era possibile rivivere tutti quei sentimenti che avevano condiviso reciprocamente: amicizia, amore fraterno, solidarietà, comunione, profonda spiritualità. In pratica: l’incontro tangibile con Cristo, attraverso i segni che si manifestarono in quei giorni.
Quell’evento, posso dire oggi a distanza di molti anni, ha segnato profondamente la mia vita cristiana.  
A proposito di evangelizzazione…tu hai sempre preso parte attiva agli spettacoli e ai music hall organizzati nel passato per portare in maniera fresca ed innovativa la Buona Novella. Che cosa ci puoi raccontare e che cosa hanno lasciato dentro di te queste esperienze?
Ricordo che dopo una straordinaria esperienza ecumenica a Berna, dove venimmo a contatto con le fresche metodologie di evangelizzazione di alcune chiese evangeliche, sentimmo forte il desiderio di annunciare il vangelo attraverso la recitazione, la danza e la musica.
Attirammo molti giovani che, affascinati dall’annuncio festoso di un Cristo vivo e operante quotidianamente, cominciarono a frequentare il gruppo di Nichelino, che già si svolgeva presso la Chiesa della SS. Trinità.
Riconosco che il Signore opera profondamente nel cuore delle persone pure, che non si chiedono quando devono seguire Cristo dove andranno, cosa faranno…Come gli apostoli, anche noi eravamo sempre pronti, nel campo dell’evangelizzazione, della testimonianza personale. Lo facevamo proprio perché sentivamo forte che era il Signore che ce lo chiedeva e non ci pesava neanche tanto perché per noi era bello stare insieme, condividevamo veramente tutto. Era anche una gioia che non era possibile condividere altrove, in altri ambienti.
Grazie alla nostra generosità e al nostro sì, pur essendo giovani e inesperti, il Signore ci ha dato tanto. A distanza di anni riconosco che veramente Dio dà cento volte di più di quello che possiamo dare. È una parola vera che io ho potuto constatare. Sono qui per testimoniare che Dio prende per mano chiunque, non bisogna essere maturi per poterlo seguire, ma essere persone generose. A Lui non importano le competenze specifiche: l’importante è che noi diamo il nostro sì e sarà poi Lui a formarci.
Per quanto mi riguarda, quando si trattava di evangelizzare attraverso l’arte del teatro e della musica, ero disposto a tutto! Mi veniva naturale stare su un palcoscenico davanti a molta gente, e  
questo sin da bambino…Era un modo per esorcizzare la mia timidezza cronica e, quando iniziava lo spettacolo, davo tutto me stesso, perché sapevo che oltre al divertimento proponevamo dei contenuti validi per coloro che venivano a vederci.
Hai fatto parte del pastorale e sei anche stato coordinatore di gruppo. Dev’essere stata un’esperienza forte a livello spirituale e di crescita umana, anche se le difficoltà non penso siano state poche, vero?…Soprattutto quando si porta avanti un gruppo grosso come questo!
In realtà, vivevo queste responsabilità con serenità e forse con un po’ d’incoscienza, ma lo spirito di servizio, che in questi anni mi ha permesso di portare avanti i vari impegni, era fortemente sostenuto da un desiderio morale che trovava soddisfacimento quando svolgevo bene le attività di mia competenza. Lo ritenevo un mandato, una chiamata in cui trovavo una profonda realizzazione quando rispondevo positivamente.
Non posso negare che i sacrifici siano stati molti, soprattutto quando la sera vorresti startene con gli amici o a casa a vedere una partita di pallone…per un ragazzo, che ha cominciato a 15/16 anni, non è facile…
Alla fine di ogni preghiera comunitaria, però, mi sentivo avvolto da una gioia interiore ed una serenità che mi facevano dimenticare ogni effimero divertimento, dandomi una spinta per affrontare lo studio e il lavoro del giorno dopo.
Che servizi hai svolto all’interno del gruppo e in quali ambiti della società, oggi, trasmetti l’amore per Gesù e la tua esperienza di fede?
Nel gruppo, il mio primo servizio fu di coordinare la musica e il canto. Avevo il compito di animare la preghiera suonando la chitarra. Solo in seguito, passai all’animazione vera e propria e, dopo ancora, grazie alla specificità dei miei studi e del mio lavoro, ho iniziato a tenere alcuni insegnamenti per la crescita del cammino di gruppo.
L’insegnamento è il servizio che, tra i tanti svolti, oggi sento a me più vicino, anche perché è diventato il mio lavoro quotidiano. Infatti, sono insegnante di religione nelle scuole statali, ho fatto dell’evangelizzazione un mestiere e il Signore mi utilizza a 360º potendo parlare di Lui agli studenti.
A distanza di anni ho una famiglia, ho una figlia, un altro in arrivo…riconosco che questi sono i frutti che il Signore mi ha donato ripagandomi di tutti quei sacrifici. Con il Suo aiuto sono riuscito a portare avanti alcune delle iniziative del Rinnovamento e il Signore mi ha ripagato 100, se non 200 volte più di quanto io gli abbia potuto dare. Nel 1992 portavamo in giro il messaggio evangelico attraverso l’arte e mia moglie partecipò alla rappresentazione teatrale su Don Bosco, però, poi ci perdemmo di vista. Quando ci ritrovammo dopo qualche anno, abbiamo di nuovo condiviso quello che avevamo fatto insieme…attraverso strade parallele il Signore ci ha riuniti.
Lo ringrazio e spero che nella mia maturità mi utilizzi in modo nuovo, nei settori della nostra società, affinché io possa ancora portare avanti il messaggio evangelico.
Tiziana
Anch’io frequento il gruppo dal 1989, avevo 15 anni, e il Signore mi ha presa per mano e ha fatto in modo che io restassi unita a Lui per tutto questo tempo. Impegnandomi, poi, col servizio dell’animazione della preghiera, della musica e canto e del pastorale, ho compreso che cosa volesse dire “dare gratuitamente”.
In tutti questi anni, si sono succeduti momenti difficili, momenti belli, momenti di crescita e altri, invece, di sosta o retrocessione.
Confesso che, in alcuni momenti, lo scoraggiamento e la fatica sono stati tali da pensare che non sarei più andata avanti. Col passare del tempo, però, sono riuscita a raggiungere molti degli obiettivi che mi ero prefissata e questo tutto grazie a Dio, alla preghiera e a voi fratelli che avete pregato per me.
Oggi sono infermiera del pronto soccorso, evangelizzo tra i malati e i colleghi e cercherò di farlo nei migliori dei modi.
Mi sono sposata e ora ho una nuova famiglia e…spero di costruirla sull’esempio di quella di Nazareth nell’accoglienza e nella semplicità.
Marianna
Le origini che riguardano noi, primi giovani, non le ho vissute in pienezza, ma più per gioco, perché io ero più piccola, anche se di poco, rispetto a Tiziana e Leonardo. La certezza di quello che stavo facendo l’ho raggiunta con gli anni e molto lentamente.
Ringrazio il Signore per averci dato la possibilità di rincontrarci di nuovo tutti quanti e di rivedere molti volti del passato.
Ringrazio il Signore per la mia vita, per mio marito e mio figlio.
Sono mamma a tempo pieno e, per il momento, evangelizzo nella mia famiglia!
Sr. Assunta Di Salvo
Ringrazio il Signore per essere qui, oggi, in mezzo a noi e per averci permesso di vedere ancora i tanti volti, specialmente i primi, che hanno cominciato il gruppo. Ci sono tanti giovani e tanti ne mancano, ma tanti sono nuovi.
Prima abbiamo cantato: “Grande sei Signore e potenti cose fai”, e vorrei raccontare le meraviglie che il Signore ha compiuto nella mia vita, anche attraverso il gruppo, e quello che ci ha chiamati a fare in tutti questi anni.
Prima di arrivare al gruppo, ho ricevuto un’educazione cristiana grazie ai miei genitori, però, come diceva Giobbe, conoscevo Dio solo per sentito dire. Poi ho cominciato a fare catechismo e ho iniziato a conoscere Gesù. A 21 anni ho trovato lavoro in una
pasticceria e sono cominciate le difficoltà. Dopo qualche anno, attraverso la sorella Anita, ho incontrato il gruppo del Rinnovamento e la sua presenza mi ha toccata perché, quando sono andata a casa sua, mi ha aperto la porta e, con un largo sorriso, ha incominciato a parlarmi di Gesù in un modo nuovo.
Mi ha raccontato che frequentava un gruppo di preghiera e così le ho chiesto se potevo partecipare anch’io. Ho iniziato ad andare al gruppo del Rinnovamento a Torino, all’ “Alleluia”, e ho ricevuto la preghiera d’effusione. La sera stessa, una volta tornata a casa, ho letto le parole che il Signore ha donato durante la preghiera e in una sentivo che il Signore mi chiamava non al matrimonio, ma ad una vocazione particolare. La cosa mi ha spaventata tanto da prendere l’immaginetta su cui era scritta la parola e farla sparire. Per un po’ di tempo non ho più voluto vederla, per paura che il Signore mi chiamasse a farmi Suora!
Intanto sono cominciati gli incontri alla Madonna della Fiducia e lì con spontaneità andavo incontro alla gente, ai fratelli e alle sorelle, specialmente ai fratelli nuovi facendo accoglienza. Andavo lì, li ascoltavo e li consigliavo.
Registravo le cassette dei canti e dei ritiri regionali. Le foto!…Continuamente facevo foto su foto; scattare fotografie, per me, era fermare quel momento particolare che poi rimaneva nella storia. E vedo, veramente, che così è stato. Durante le preghiere comunitarie, prendevo appunti quando c’erano le profezie e le parole bibliche, le scrivevo alla lavagna e poi la ponevo vicino alla porta di modo che i fratelli, uscendo, potessero rileggerle e portarle nel loro cuore durante tutta la settimana.
Un’altra cosa che facevo, con molta spontaneità, era andare a prendere con la macchina alcune sorelle che si trovavano a casa e non avevano il mezzo per poter raggiungere la parrocchia. Lo facevo con gioia e disponibilità, perché desideravo che anche gli altri potessero sperimentare e ricevere tutto quello che io avevo sperimentato e ricevuto.  
Ad un certo punto, ho ripreso la parola che mi è stata donata il giorno dell’Effusione, ho pregato facendo discernimento e ho deciso di fare un’esperienza in una comunità nascente, all’epoca molto conosciuta all’interno del Rinnovamento. Dopo circa un anno, ho capito che non era lì la mia chiamata.
Sono ritornata a casa, mi sono rimessa nelle mani del Signore, ho ricominciato tutto da capo e ho chiesto al Signore di aiutarmi perché volevo fare la Sua Volontà. Sono tornata al gruppo, che si era già spostato nella Chiesa della SS. Trinità, e lì mi sono trovata ad ascoltare molto i fratelli e le sorelle che mi facevano confidenze e chiedevano una parola di conforto.
Abbiamo iniziato a fare tanti ritiri e a trascorrere insieme le vacanze estive, S. Benedetto, Valle Stretta, Modica (Sicilia). Tutto era improntato sull’amicizia e sullo stare insieme. Lì venivano fuori la nostra creatività e i talenti che il Signore ci aveva dato.
Attraverso questi anni ho capito che il Signore mi chiamava a servirlo nella congregazione presso cui, ora, presto il mio servizio, quella dei Camilliani. Il nostro ruolo è di ministre degli infermi, ovvero, serviamo i malati. Io, però, attualmente sono in una scuola materna, dove ho la possibilità di parlare di Gesù ai bambini; opero anche in parrocchia facendo ancora catechismo e dove mi capita di evangelizzare.
Ringrazio ancora il Signore per le meraviglie che ha compiuto e per essere ancora una volta qui in mezzo a noi.  



2. I PASTORALI, LE ATTIVITÀ E LE TESTIMONIANZE

2.1.1 Il Primo Pastorale (1992 – 1995)
Incominciò così una serie di ritiri le cui tematiche si prestavano molto alle necessità dei giovani adolescenti dell’epoca: rapporti prematrimoniali, droga, alcool (a cui seguì la proiezione del film “La Croce e il Pugnale”) uniti ad una buona dose di preghiera carismatica, che serviva a rafforzare la fede di questi ragazzi e a tenerli uniti a Dio e al suo Amore che non delude mai.
I primissimi ritiri si svolsero a Gerbole e uno a Piossasco nel 1990; si dovrà aspettare la fine del 1991 per l’inizio di una lunga serie di incontri formativi (Si parlerà dei ritiri successivi nella parte dedicata alla Comunità Emmaus), in quanto sono il frutto del servizio dei fratelli e delle sorelle della Comunità che hanno dedicato gran parte del loro tempo per la realizzazione del progetto di Dio.
In queste occasioni, si dedicava molto tempo alla crescita dei carismi, per il bene della comunità, e i frutti erano più che visibili durante le preghiere comunitarie del lunedì sera prima e del mercoledì poi.
Una volta trasferiti nella chiesa della SS. Trinità, si sentì anche l’esigenza di costituire un pastorale, così come è previsto dallo Statuto del Rinnovamento nello Spirito.  
I membri chiamati a fare parte del I Pastorale di servizio dal 1992 al 1995 furono:
Gemma Stella (coordinatrice), Leonardo Fiandaca (Leo), Lorena Tarallo, Adolfo Nuzzaci, Tommasa Mastrapasqua, Carmelina Bognanni ed Elvira Adriano.
Lo scopo del pastorale è di servire i fratelli del gruppo secondo le esigenze spirituali, che si presentano di volta in volta. Grazie alla sua opera, si incominciarono ad organizzare giornate di ritiro per tutto il gruppo; nei primi anni, in particolare, i seminari di vita nuova avevano cadenza annuale, poiché i fratelli e le sorelle che si avvicinavano al gruppo, ogni anno, erano molti.
Le attività proposte dal 1992 al 1995 sono state le seguenti: (Non si è riusciti a reperire tutte le date degli eventi che hanno caratterizzato la formazione e la vita del gruppo, soprattutto per ciò che riguarda i primi anni, ma quanto è stato trovato è sicuramente sufficiente per dar lode a Dio per tutto quello che ha fatto per noi).
05/04/1992 Preghiera di Effusione
08/04/1992 Presentazione degli Effusionati alla comunità e rappresentazione, da parte dei giovani, della Via Crucis.
30/04 – 3/05/1992 Convegno Nazionale di Rimini. Alloggiati a Torre Pedrera…il freddo e la pioggia erano tali che Gemma per tenere buoni i  
giovani li invitò a recitare delle scenette quasi improvvisate, anche sul tema della giornata, rigorosamente nella sala dell’albergo!
26/10/1992 Elezione del I Pastorale di servizio del gruppo Regina degli Apostoli.
08/02/1993 Inizio Seminario di vita nuova, insegnamenti tenuti da: Padre Domenico Lovera (P. Mimmo), Carla Osella, Don Quaranta, Maria Tortonese, Gemma, un membro del pastorale del gruppo Madonna della Fiducia.
21/03/1993 Preghiera di Effusione
Aprile/Maggio 1993 Convegno Nazionale di Rimini dove ci presentammo con un mega striscione preparato dai giovani con la scritta “Happy Birthday to Rinnovamento” (Traduzione: “Buon Compleanno al Rinnovamento”).  in occasione dei 25 anni dalla Nascita del Rinnovamento Americano
20/06/1993 Ritiro di chiusura dell’anno dal tema: “Il Buon Pastore”, svoltosi a Moncalieri presso le Suore di S. Gaetano.
10/10/1993 Ritiro cittadino al teatro Valdocco con la presenza di Kim Collins.
14/11/1993 Ritiro dei 2 gruppi riuniti (Regina degli Apostoli e Madonna della Fiducia). . (Da questa data in poi si svolgerà annualmente una giornata di pellegrinaggio per la consacrazione dei gruppi di Nichelino alla Madonna, che ora sono quattro. Ai due già citati, vanno aggiunti il gruppo Regina della Famiglia e Gesù Misericordioso, che si incontrano per la preghiera comunitaria rispettivamente presso la chiesa S. Edoardo e Regina Mundi.)
13/02/1994 Ritiro presso le Suore di S. Gaetano a Moncalieri dal tema: “Gesù è la vera vite, noi siamo i tralci. Gv 15, 1-11 tenuto da Lorena.  
06/03/1994 Ritiro Regionale a Casalbeltrame.
20/03/1994 Preghiera di Effusione a Piossasco.
23-25/05/1994 Convegno Nazionale di Rimini.
04/05/1994 I Insegnamento: “Camminare con Cristo” (Lorena).
11/05/1994 II Insegnamento: “Il Cristiano oggi” (Tommasa).
18/05/1994 III Insegnamento: “L’anno della Famiglia” (Carmelina).
26/06/1994 Ritiro di chiusura dell’anno presso la Chiesa Nostra Signora del Suffragio, da Don Adriano. Tema: “Queste dunque le 3 cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità, ma più grande di tutte è la carità. I Cor 13 (Leo).
29/06/1994 Messa per la chiusura dei cenacoli.
Luglio 1994 Il gruppo, presso la Comunità Emmaus di Via Pracavallo, saluta Assunta di Salvo che parte per Lucca – Viareggio, dove farà la propria scelta vocazionale.
08/09/1994 Il giovane Andrea Etzi viene chiamato nella casa del Padre.
11/01/1995 Inizio del Seminario di vita nuova, svoltosi durante gli incontri della preghiera comunitaria. Insegnamenti tenuti rispettivamente da: Serafina, Franco, Angelina, Emilio, Carla Osella, Teresa Laviano, P. Mimmo.
11/06/1995 Ritiro a Piossasco dal tema: “Chi ama la propria vita la perderà, chi è pronto a perdere la propria vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono Io ci saranno anche quelli che mi seguono. Gv 12, 25-26.
23/06/1995 Messa per la chiusura dei cenacoli.  
2.1.2 Le Testimonianze
Carmelina
Qualche anno dopo aver ricevuto la preghiera di Effusione, Gemma mi chiese di far parte del pastorale. Io ho accettato, senza sapere che cosa avrei dovuto fare.
È iniziato, così, il mio lavoro. Gemma mi è stata di grande aiuto, perché mi ha dato uno scossone…Ero mezza addormentata e, nel campo del servizio, ero limitata. Con il suo aiuto e quello di Dio, soprattutto, si è sviluppato in me il dono del governo, quindi, ho cominciato a portare avanti questo gruppo di giovani con i miei limiti, le mie capacità e i doni che il Signore mi ha dato.
Per 3 anni ho fatto parte del pastorale e dopo sono stata eletta coordinatrice; scaduto questo mandato, Leo è diventato coordinatore, ma io sono rimasta a far parte del pastorale.
Dopo nove anni di servizio nel gruppo giovani, il Signore mi ha chiamata a occuparmi del gruppo della Chiesa di S. Edoardo, per suscitare la nascita e la formazione di questo gruppo. Sono quasi 5 anni che questo gruppo esiste e ho avuto 2 mandati da coordinatrice, compreso il pastorale attuale. Oggi mi trovo a condurre un gruppo di adulti.
Sono molto contenta e soddisfatta! Ringrazio il Signore per tutto quello che mi ha fatto fare e di come si è servito di me. Non avrei mai immaginato o pensato che avrei fatto tutte queste cose e chi mi conosce può testimoniare che ero molto timida, impacciata e limitata.
Lode a Dio per le meraviglie che ha compiuto e compie ogni giorno!  
Tommasa
Ho fatto parte del pastorale, per nove anni, nel gruppo della SS. Trinità. In quel lungo periodo si è lavorato tanto sia materialmente sia spiritualmente.
Sono stata responsabile dell’intercessione per molti anni e, tuttora, svolgo quel servizio.
Questo gruppo ha cambiato veramente la mia vita e il dono più grande che il Signore mi ha dato, in questo cammino, è il Perdono. Prima non riuscivo a perdonare; quando c’era qualcosa dovevo essere sempre io l’ultima a farlo, invece, adesso, sono la prima e vedo che il Signore ha trasformato la mia vita e la mia famiglia.
Ringrazio il Signore anche per la mia salute. Non sono mai stata bene, neanche ora, ma ho sempre lavorato per il gruppo e sono contenta. Oggi, rivedendo lo foto, mi domando: “Com’è possibile che io abbia servito il Signore e i fratelli per così tanto tempo e che abbia fatto così tanto, partecipando a tutte le iniziative?”. È stata una gioia oggi per me vedere tutti.
Ringrazio il Signore per la mia famiglia e per Sr. Assunta, mia figlia.
Prima di incontrare il Rinnovamento sono stata malata per 18 anni, sono andata da tutti i medici possibili e immaginabili, ho speso un sacco di soldi in medicine, ma stavo sempre male e non si riusciva a capire che malattia avessi.
Da quando ho incontrato il Rinnovamento e mi sono affidata al Signore, con la preghiera; il Signore mi ha guarita e mi ha liberata. Oggi ho altre cose, ma sono contenta perché Lui mi dà la forza di andare avanti. Mi ha liberata anche da quella cosa grande che mi tormentava che è la  
depressione. Voglio ringraziare il Signore per quello che ha fatto nella mia vita.
Lode a Te, Signore! Alleluia!
Elvira
Per prima cosa voglio ringraziare il Signore insieme a Maria, perché se faccio parte del Rinnovamento è grazie a Maria. Facendo una novena alla Madonna tanti anni fa, nell’1988/89, anziché chiedere una grazia, come normalmente si fa, non chiesi niente…non so perché.
Avevo sentito parlare del Rinnovamento tramite una zia suora che mi disse di andare in un gruppo, a Torino, perché faceva per me.
L’ultimo mese, finita la novena, mentre aspettavo gli altri sul pullman, chiesi all’accompagnatore se conosceva un gruppo di Rinnovamento a Torino e lui mi disse: “Ma guarda Elvira che ce n’è uno a Nichelino!”. “A Nichelino?” risposi io. “Sì, a Nichelino nella Parrocchia Madonna della Fiducia, la chiesetta di legno!”, confermò. Passata la domenica, andai alla preghiera il lunedì sera. Mi colpì molto quel canto in lingue che per me era melodia, musica. Piangevo e continuavo a piangere, forse di gioia, ancora adesso non saprei dire perché.
Trascorso un po’ di tempo, Gemma mi ha chiamata a far parte del pastorale alla SS. Trinità. È stato un cammino grande e, forse, io non ero all’altezza e non ero in grado di insegnare agli altri, ma era volontà di Dio.
In seguito, mi sono trasferita a Candiolo e la chiamata nel pastorale si è conclusa. Ho sempre fatto parte dell’intercessione e me la sento nel cuore, forse perché, ancora prima di ricevere la preghiera d’Effusione, il Signore, ascoltando la preghiera dei fratelli, mi ha guarita dall’artrosi cervicale, di cui soffrivo da tanti anni.  
In 15 anni di intercessione ho visto tantissime cose nella mia famiglia che sono cambiate.
Non smetterò mai di fare questo cammino perché Gesù è Grande, Gesù Guarisce, Gesù è Tutto.
Lo Ringrazio e Lo benedico per avermi fatto incontrare il Rinnovamento.
Grazie Signore!
2.2.1 Il Secondo Pastorale (1995 – 1998)
Le attività del gruppo sono continuate insieme al susseguirsi dei pastorali. Il Signore non ha mai fatto mancare la fantasia, la creatività e la formazione in base alle disponibilità e alle necessità dello stessoo. Si è cercato soprattutto di camminare con la Chiesa, nella Chiesa e per la Chiesa, secondo le indicazioni del Santo Padre.
Il 30/11/1995 si costituì il secondo pastorale di cui furono chiamati a far parte: Carmelina Bognanni (coordinatrice), Leonardo Fiandaca, Tiziana Laviano, Miriam Zerbin, Anna Gulotta, Tommasa Mastrapasqua, Pasquina Biscatto e Concetta Malfa.
Le iniziative proposte furono le seguenti:
14/01/1996 Ritiro di gruppo a Piossasco.
23/02/1996 Giornata Ecumenica dal tema: “Io Sto alla porta e busso”.
04/02/1996 Ritiro cittadino presso la palestra dell’istituto Michele Rua.  
Dal 07/02 al 10/04/1996 Seminario di Vita Nuova
17/03/1996 Preghiera di Effusione a Piossasco.
Ogni ultimo mercoledì del mese Adorazione Eucaristica animata da alcuni giovani del gruppo, attività portata avanti fino al 1999 circa.
26/05/1996 Ritiro a Piossasco per festeggiare la Pentecoste. Tema proposto: “Crescere insieme”.
21/06/1996 Messa per la chiusura dei cenacoli presso la chiesa Regina Mundi.
17/07/1996 Chiusura del gruppo.
11/09/1996 Riapertura del gruppo.
19/01/1997 Ritiro di gruppo a Piossasco dal tema: “I 10 Comandamenti”.
09/03/1997 Ritiro di gruppo ad Airasca dal tema: “Verso il Giubileo del 2000 (Carmelina).
25/05/1997 Ritiro di gruppo a Piossasco dal tema: “Conoscere e Amare Gesù”.
29/06/1997 Ritiro di gruppo a Piossasco dei gruppi riuniti di Nichelino.
09/07/1997 Chiusura del gruppo.
10/09/1997 Riapertura del gruppo.
22/10/1997 Insegnamento sul Reiky e le filosofie orientali tenuto durante l’incontro di preghiera comunitaria del mercoledì.
18/01/1998 Ritiro di gruppo a Piossasco dal tema: “Chiedete e riceverete, cercate e troverete”.
31/05/1998 Preghiera di Effuisione a Piossasco.
28/06/1998 Ritiro dei gruppi riuniti.
11/10/1998 Ritiro di consacrazione a Maria dei gruppi riuniti a Crea dal tema: “Maria dono dello Spirito” (Edoardo).
13/12/1998 Ritiro di gruppo dal tema: “L’Amore del Padre”.  
2.2.2 Le Testimonianze
Anna
Ho cominciato a partecipare al gruppo quando avevo diciassette anni… sono passati un bel po’ di anni da allora!
La mia entrata nel pastorale è stata non voluta, nel senso che io non ci avevo mai pensato prima di allora. È venuta da me, un mercoledì sera, Carmelina e mi ha detto: “Abbiamo pregato e abbiamo pensato che tu potresti essere tra quelli che faranno parte del nuovo pastorale. Se te la senti, puoi accettare la proposta.” Io ho accettato ed è stata una bella esperienza perché mi ha avvicinata molto di più ai fratelli, sia del pastorale sia del gruppo. Sentivo che i fratelli del gruppo erano come delle pecorelle da accudire, da guidare.
Per tanti anni, ho fatto parte del servizio d’intercessione insieme alle sorelle e ai fratelli più grandi di me e mi sentivo la mascotte…ero la più giovane, ma, forse, con la mia presenza in quel servizio, si sono avvicinati anche altri ragazzi a questa esperienza.
Adesso non faccio più parte dell’intercessione, ma nella scuola dove lavoro, sono insegnante, passo come la maestra “di chiesa” e quando qualcuna ha un problema chiede: “Anna preghi per me, tu che preghi sempre?”. Così, continuo la mia opera d’intercessione in un altro posto.
Pasquina
Sono nata nel gruppo dell’ “Alleluia” nel 1980. Nel 1981 sono passata al Santo Volto con Angiolina, e, in quel gruppo, ho ricevuto la preghiera di Effusione. Un’amica un giorno mi disse: “vieni con me a vedere un gruppo di preghiera”. Io pensai: “Non sarà mica testimone di Geova?”.  
In ogni caso andai e vidi tutta quella gente che pregava in un modo strano…ma la cosa mi ha entusiasmata! Ho pianto tanto durante un canto e sono andata avanti così per 3 anni. Durante gli incontri, mentre gli altri testimoniavano, dicevano quello che io avrei dovuto e voluto dire, solo che piangevo sempre e mi sentivo in colpa per non aver amato abbastanza Dio.
Nel passato me la prendevo sempre con Lui, perché sono rimasta vedova quand’ero ancora giovane e, per di più, con 3 bambini. Sono sempre riuscita però, col Suo aiuto, a superare le difficoltà.
In seguito, sono arrivata al gruppo della SS. Trinità a Nichelino.
L’entusiasmo mio c’era sempre, ma è anche normale che in alcuni momenti particolari, quando le cose vanno male, si retroceda. A volte siamo al massimo della gioia e sembra che Dio sia sempre dentro di noi, poi, man mano che il fuoco dentro di noi si raffredda, si va un po’ indietro, ma non bisogna spaventarsi. Nel mio cammino faccio 3 passi avanti e 10 indietro, ma non mi arrendo!
Quando sono stata chiamata a far parte del pastorale mi sono preoccupata, perché ho pensato: “Non mi so esprimere. Cosa dirò? Cosa farò? Chissà che figuracce farò!”. Poi mi sono messa nelle mani del Signore.
Allora, noi del R. n. S., eravamo considerati male da tutti. Eravamo ritenuti dei pazzi. Tutto quello che facevamo non andava bene. Ma io sono sempre andata avanti, grazie al Signore e spero che mi dia il dono della parola per servire gli altri, perché “del bene ne godon tutti e del male nessuno”.
Vi abbraccio e vi dico che da voi tutti ho imparato qualche cosa e ho ancora molto da imparare!
Amen.
Concetta
Quando sono arrivata al gruppo, l’ho fatto con tanta disperazione. Ringrazio Elvira e Lidia che mi hanno portata a fare quest’esperienza. Da allora ho imparato che nella vita non bisogna mai disperarsi, ma abbandonarsi al Signore.
Mi sono abbandonata a Lui e questa è stata una grande Grazia.
Durante una giornata di ritiro dalle Suore di S. Gaetano, Tommasa mi ha fermata e mi ha detto che il pastorale aveva sentito in preghiera che dovevo far parte del pastorale; io, però, mi sono turbata. Mi sono chiesta che cosa avrei dovuto fare, così lei, molto semplicemente, mi ha spiegato che si doveva fare servizio per gli altri e che ognuno fa e dà quello che può.
Ho fatto parte del servizio d’intercessione per tanti anni.
Adesso sto attraversando un momento di pausa: ho bisogno di stare un po’ con me stessa e ho bisogno che preghiate per me, perché in questo momento mi sento come i gamberi, che camminano all’indietro… chiedo di essere di nuovo com’ero prima…
Ringrazio il Signore per le esperienze di vita che ci fa fare ogni giorno!
2.3.1 Il Terzo Pastorale (1999 – 2001)
Il 17/01/1999 si rinnovò il pastorale di servizio. Alcuni nuovi fratelli entrarono a farne parte, mentre altri rappresentavano la continuità all’interno del gruppo stesso. Coloro che lo formarono furono: Leonardo  
Fiandaca (coordinatore), Luigi Malfa, Ettore Garzara, Carmelina Bognanni, Tommasa Mastrapasqua, Nunzio Marfia e Miriam Zerbin. Questi ultimi due hanno prestato servizio per breve tempo dopo il quale hanno lasciato per impedimenti personali.
Ecco le attività che furono svolte durante questo triennio:
03/03/1999 Mini catechesi durante la preghiera comunitaria tenuta da Ettore.
07/04/1999 Mini catechesi durante la preghiera comunitaria tenuta da Carmelina.
26/06/1999 Messa per la chiusura dei cenacoli.
21/07/1999 Chiusura del gruppo.
08/09/1999 Riapertura del gruppo.
10/10/1999 Ritiro di consacrazione a Maria dei gruppi di Nichelino, svoltosi presso il Santuario della Madonna dei Fiori di Bra. Tema: “Maria nel progetto del Padre”.
19/03/2000 Ritiro di gruppo al Colle Don Bosco. Tema della giornata: “Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo. Toglierò il cuore di pietra dal vostro corpo e vi metterò un cuore di carne Ez. 36,26.
14/05/2000 Preghiera di Effusione.
21/09/2000 Ritiro di consacrazione a Maria dei gruppi di Nichelino, svoltosi presso il Santuario della Madonna di Belmonte (Cuorgnè). Tema: “Maria Madre della Lode”(Teresa Laviano).  
06/12/2000 Insegnamento durante la preghiera comunitaria del mercoledì sera tenuto da Gemma.
13/12/2000 Insegnamento durante la preghiera comunitaria del mercoledì sera tenuto da Carmelina.
20/12/2000 Insegnamento durante la preghiera comunitaria del mercoledì sera tenuto da Leo.
03/01/2001 Insegnamento durante la preghiera comunitaria del mercoledì sera tenuto da Ettore.
Questo pastorale, inoltre, propose una piccola rivista all’interno del gruppo contenente articoli di formazione, testimonianze e appuntamenti da non perdere. Il mensile era, ovviamente, intitolato Regina degli Apostoli e veniva dato gratuitamente uno per famiglia.
L’altra novità è stata data dalla realizzazione di un librettino di canti aggiuntivi, intitolato Cantate inni a Dio, contenente alcuni canti che sin dagli inizi hanno caratterizzato il nostro cammino, compresi quelli che lo Spirito Santo ha ispirato ai giovani del gruppo. Ancora oggi, questo libretto viene regolarmente usato durante gli incontri di preghiera.
2.3.2 Le Testimonianze
Luigi
Faccio parte del Rinnovamento dal Settembre 1991. Mia mamma aveva cercato più volte di convincermi a venire, ma, tutte le volte che l’accompagnavo, tornavo sempre indietro a causa della mia  
indecisione. Finalmente, un giorno mi sono deciso a restare e da allora ho cominciato a venire al gruppo regolarmente.
Tutte le volte che entravo in chiesa per pregare piangevo! Avevo solo 12/13 anni e non capivo il perché di questi pianti! Forse adesso capisco cosa mi succede in situazioni del genere.
Nell’ottobre del 1998, durante un ritiro di consacrazione a Maria, Carmelina mi propose di far parte del pastorale e di pensarci un pochino su. Io ci ho pensato e ho accettato la proposta. Devo ringraziare il Signore per avermi fatto il dono del servizio all’interno del pastorale, grazie al quale ho imparato ad amare, ad accogliere e ad ascoltare molto di più i fratelli del gruppo.
Ho cercato sempre di capire che cosa il Signore volesse da me, anche se non è sempre facile! Ho fatto parte anche del pastorale successivo e non pensavo che Lui mi avrebbe chiesto di partecipare a quest’esperienza di vita.
Ringrazio il Signore per il dono dei giovani presenti in questo gruppo, perché mi sono sentito inserito in questa grande realtà, anche grazie ai ritiri che si facevano una volta e che spero sempre si rifacciano.
Ringrazio il Signore perché la mia piccola opera sta continuando coi giovani della regione, poiché sono sentinella della diocesi di Torino.
Alleluia!
2.4.1 Il Quarto Pastorale (2001 – 2004)
Il 2001 è un anno speciale per il Rinnovamento nello Spirito poiché si è sentita l’esigenza e la spinta di un totale rinnovo, appunto, di tutti gli organi  pastorali, a partire dal Comitato Nazionale di Servizio5 fino ai pastorali di servizio di tutti i gruppi presenti sul territorio italiano.
5 Il Rinnovamento nello Spirito, in quanto associazione di fedeli, ha bisogno di assicurarsi che tutti i gruppi all’interno di essa camminino insieme, evitando sbandamenti a causa di incertezze. Per questo motivo, ai vari livelli (diocesano, regionale e nazionale) è presente un pastorale che si occupi di servire i fratelli in base alle necessità dell’area da coprire. Il Comitato Nazionale si occupa di tutta la nazione ed ha come punti di riferimento i Comitati Regionali. Questi ultimi traggono le informazioni sull’andamento dei gruppi dai Comitati Diocesani formati dai membri dei pastorali di gruppo.
Il 4 Aprile 2001 si elegge così il quarto pastorale, formato da: Gemma Stella (coordinatrice), Angelo Fiandaca, Angela De Netto, Diego Lumia, Francesca Rubino, Angela Ferrara, Luigi Malfa.
Le attività vere e proprie sono cominciate nel mese di ottobre:
Giugno – Luglio 2001 Messa per la chiusura dei cenacoli.
Ottobre 2001 – Giugno 2002 Il gruppo ha proposto la formazione di tutti i servizi attraverso delle tematiche comuni. Una volta al mese, i membri di ogni servizio si sono incontrati nelle case, l’animazione della preghiera e della musica e canto riflettevano insieme, così come l’accoglienza e l’intercessione. Ognuno, a rotazione, preparava l’insegnamento da proporre a tutti il mese successivo. I temi affrontati sono: 1) Che cos’è il RnS? 2) Lo Spirito Santo 3) Il Padre 4) Il Figlio 5) La SS. Trinità 6) La Grazia Santificante e la sua efficacia 7) I doni dello Spirito 8) La Pentecoste.
07/10/2001 Pellegrinaggio di consacrazione a Maria dei gruppi di Nichelino a Sotto il Monte. Organizzato dal gruppo Regina degli Apostoli.
22/01/2002 Inizio del Seminario di vita Nuova svoltosi al Conventino.  
03/03/2002 Ritiro per la Preghiera d’Effusione al Conventino.
14/04/2002 Ritiro post effusione al Conventino. Tema proposto: “Crescere nei carismi”.
22 –25/04/2002 Convocazione Nazionale dei gruppi e delle comunità del RnS a Rimini.
26/05/2002 Ritiro di gruppo a Piossasco dal tema: “Io sono la Luce del mondo – Sono venuto per servire”.
29/05/2002 Novena di Pentecoste, serata animata dal gruppo Regina degli Apostoli nella chiesa nuova della SS. Trinità.
01/06/2002 Il giovane Francesco Cucchiarale sale in Cielo.
06 – 07/07/2002 Week-end dei servizi dell’animazione e musica e canto a Piossasco.
10/07/2002 Messa per la chiusura dei cenacoli.
31/07/2002 Veglia di adorazione per la Pace che, per iniziativa del Comitato Regionale, si svolgeva l’ultimo sabato del mese in una chiesa diversa del Piemonte. Preghiera animata dai giovani del gruppo Regina degli Apostoli.
Ottobre 2002 Maggio 2003 La formazione per i servizi si è svolse nel seguente modo: una domenica mattina al mese, tutti coloro che svolgevano un servizio all’interno del gruppo, si incontravano a Piossasco per riflettere sulla figura di un profeta. La mattinata cominciava con la preghiera carismatica che lo Spirito ha sempre condotto verso il tema della giornata. Uno dei tre fratelli scelti dal pastorale, a turno, spiegava la figura del profeta. Dopo l’insegnamento venivano date anche delle domande relative al personaggio e alla nostra vita. Si procedeva con il deserto personale, durante il quale si poteva già rispondere. In ogni caso, si aveva tempo  
per farlo fino al giorno stabilito per l’incontro dei singoli servizi, dedicato alla condivisione. La mattinata si concludeva con l’adorazione. Riportiamo qui di seguito le date dei ritiri, il nome del profeta su cui si è svolta la riflessione, seguito dal nome del predicatore.
10/11/2002 Abramo e il Deserto” – Leonardo
15/12/2002 Mosè” – Diego
12/01/2003 Giosuè” – P. Mimmo
09/02/2003 Giobbe” – Leonardo
16/03/2003 Giona” – Diego
13/04/2003 Michea” – P. Mimmo
18/05/2003 Ritiro di gruppo dal tema: “La famiglia” (Teresa Laviano e Edoardo Calabrò). Durante la celebrazione Eucaristica, il sacerdote ha fatto rinnovare le promesse di matrimonio a tutte le coppie presenti e ha impartito una benedizione particolare su di esse.
01/06/2003 Malachia e Zaccaria” – Leonardo
Giugno - Luglio 2003 Messa per la chiusura dei cenacoli.
12/10/2003 Pellegrinaggio di consacrazione a Maria dei gruppi di Nichelino a Catelnuovo Don Bosco, organizzato dal gruppo Maria Regina della Famiglia.
Dicembre 2003 Incontro in cascina per riflettere sulla Morte e il Giudizio (Gemma).
18/01/2004 Giornata di ritiro a Piossasco per riflettere su “Inferno, Purgatorio e Paradiso” (P. Mimmo).  
2.4.2 Le Testimonianze
Angela De Netto
Sono arrivata al Rinnovamento nel 1997, portata dalla sorella Doriana e da Maria, la nostra Madre.
Ho incontrato l’Amore del Padre, che ho sperimentato in modo particolare quando sono stata chiamata a fare servizio nel pastorale. Alla domanda che mi è stata rivolta io ho risposto: “Sì, va bene”, ma ho anche detto : “Signore, Tu lo sai che non sono ancora pronta e che ho un lavoro che mi tiene impegnata la domenica e non posso svolgere pienamente questo servizio!”. Il Signore aveva previsto tutto, ha accolto il mio “Sì”, ma, poiché avevo ricevuto la preghiera d’effusione solo da 2 anni, non sono stata chiamata. Infatti, era necessario che passassero 3 anni dalla preghiera di Effusione per poter far parte di un pastorale.
La volta successiva mi è stato mi è stato nuovamente proposto di svolgere questo servizio e il Signore ha confermato il tutto, facendomi trovare un lavoro che mi mettesse nella situazione di poterlo servire.
Lui veramente fa nuove tutte le cose!
Come era successo a Sr. Assunta, anche a me la preghiera di Effusione ha messo un po’ di paura e spavento, perché durante la preghiera mi è stato detto: “Sarai madre di tanti figli spirituali” e questa parola dal significato molto grande e potente mi ha un po’ impaurita. In preghiera mi era anche stato detto che avrei fatto parte del pastorale e, in effetti, così è stato.
Tante cose sono state fatte nel gruppo e tante per i giovani.
I giovani camminavano in maniera parallela, oltre al mercoledì sera e ai ritiri di gruppo, hanno fatto un ulteriore cammino. Quando sono arrivata io, ci si riuniva settimanalmente per pregare nella  
cascina di Garino e il Signore parlava ai nostri cuori. Questo ci è servito per crescere in molti aspetti della vita quotidiana, sociale e spirituale.
Ci sono stati degli incontri di condivisione a gruppetti e infine i ritiri, dove il Signore ci parlava in maniera più forte, anche nei momenti di deserto personale. I giovani sanno stare anche un’ora, un’ora e mezza in silenzio, all’ascolto della Parola di Dio, per poi muoversi. Prima si faceva o, almeno per quel che mi riguarda, facevo tante cose, ma tanto per fare, per essere gratificata. Col tempo, però, ho imparato ad ascoltare quello che il Signore voleva che io facessi…È diverso!
Questa è stata per me una scuola di preghiera, di ascolto e di obbedienza, perché, spesso, il Signore ci chiedeva di obbedire alla Sua Volontà e ci costava molta fatica. In tutto questo, però, il Signore ci ha ammaestrati.
Abbiamo fatto poi alcuni ritiri ad Ulzio, una volta al mese, e lì ho capito personalmente che il Signore ci parla sempre di un Amore Infinito. Quanto detto fin qui rappresenta solo una minima parte di tutto quello che il Signore ha fatto per me.
Attualmente, ho finito l’esperienza del pastorale e il Signore mi ha chiamata ad andare lontano. Sono ad Assisi per fare un cammino di discernimento. Ho cominciato il cammino di postulante presso l’ordine delle Suore Francescane della Beata Angelina.
Lode al Signore!
Angelo
Sono contento di essere inserito in questa famiglia spirituale e di essere qui con la mia famiglia di sangue.
Il mio cammino è cominciato nel Rinnovamento all’incirca 20 anni fa, al gruppo Alleluia.  
Nell’87 ci siamo staccati dal gruppo di formazione, perché era un po’ lontano da dove abitiamo, e abbiamo pensato di formarne uno a Nichelino. Inizialmente eravamo molto pochi, ma ora siamo ben quattro gruppi!
Mentre Gemma (mia moglie) ha cominciato il cammino con i giovani, io sono rimasto ancora al gruppo Madonna della Fiducia.
Sono stato chiamato a far parte del pastorale di quel gruppo e mi sono formato spiritualmente.
Nonostante la mia timidezza, fuori dal normale, il Signore mi ha sempre spinto ad andare avanti. Grazie a Lui mi sono aperto di più durante la preghiera comunitaria e in quella personale.
Attraverso gli incontri del pastorale abbiamo approfondito la fede e la parola biblica, per poter spiegare qualcosa in più ai fratelli che ne avevano bisogno.
In seguito, mi sono spostato al gruppo Regina degli Apostoli e, dopo qualche anno, sono stato chiamato a svolgere qui questo servizio. Man mano la mia fede è aumentata un po’ di più, sbloccandomi quando era il momento di parlare in pubblico.
Ringrazio il Signore per quello che è stato fatto fino ad ora e per tutti i fratelli che condividono con noi quest’esperienza di formazione.
Lode al Signore! Alleluia!
Francesca
Ringrazio e lodo il Signore per avermi chiamata a far parte del pastorale. È stata un’esperienza bellissima, soprattutto per l’unità, la sincerità, l’armonia, e l’umiltà che c’è stata tra noi pastori.  
Mi ha fatto piacere servire il Signore e mettermi al servizio del gruppo, nella mia semplicità e povertà, perché mi sono sentita come in una vera famiglia.
Ringrazio ancora il Signore e la Regina degli Apostoli per avermi accompagnata e assistita in questo cammino e per come, ancora oggi, mi chiede di continuare a servirlo nel pastorale.
Alleluia!
Diego
“Il mio grembo oggi esulta e gioisce di gioia perché il suo figlio è tornato a Lui, perché suo figlio accoglie il suo amore!” Queste le parole che Gesù mi disse durante la preghiera d’effusione; questa è la gioia di Dio per aver ritrovato la pecorella smarrita e averla riportata al sicuro nel suo ovile: quest’ovile è stato ed è per me la comunità Regina degli Apostoli.
I fratelli, soprattutto i giovani, sono stati la mia prima fonte di guarigione interiore dalla depressione e dalla paura di non essere accettato che mi porto dentro fin da bambino; l’accoglienza che ho ricevuto ha riacceso in me la gioia di vivere e di sentirmi amato e il desiderio di fare lo stesso per gli altri, specie quelli che vivono queste situazioni di buio...
…Era il ’98…arrivai al gruppo una sera, tutto tremolante, anche nel parlare; da due anni non mettevo più piede in chiesa, ero disperato e con un grande vuoto in me: il mio cuore gridava a Dio perché sentiva la sua mancanza e non mi rendevo conto che era quello il motivo della mia disperazione! Il Signore non perse tempo e attraverso una profezia annunciata mi chiamò:“Ecco, questa sera è tornata a me la pecorella smarrita!”...Da quell’istante Dio ha  
cambiato la mia vita e da quel ragazzino tremolante oggi mi ha chiamato ad essere pastore di questo gruppo, pur nella mia giovane età di ventisette anni. Ed io, insieme a questi miei fratelli, voglio continuare a lodarlo e servirlo perché altre pecorelle possano tornare a Lui.
Grazie Signore Gesù dal tuo figlio Diego.
2.5.1 L’Attuale pastorale (2004 – 2007)
Il 3 Marzo 2004 si è rinnovato il pastorale di servizio, attualmente così composto: Diego Lumia (coordinatore), Santino Caporale, Mino Cucchiarale, Angela Ferrara, Lidia Calabrò, Teresa Sagliano e Francesca Rubino.
Le attività fino qui proposte sono state:
07/04/2004 Adorazione alla croce e penitenziale
14/04/2004 Preghiera Comunitaria radio trasmessa su Radio Nichelino Comunità (RNC).
29/04 – 02/05/2004 Convegno Nazionale di Rimini dei gruppi e delle Comunità del Rinnovamento.
05/05/2004 Preghiera Comunitaria radio trasmessa su Radio Nichelino Comunità (RNC).  
09/05/2004 Ritiro di gruppo a Piossasco dal tema: “Maria: segno di unità e di armonia” (P. Mimmo e Lidia).
16/05/2004 Ritiro regionale giovani con Emilia Palladino.
26/05/2004 Roveto Ardente per la novena di Pentecoste.
23/06/2004 Messa per la chiusura dei cenacoli.
14/07/2004 Chiusura del gruppo.
15/09/2004 Riapertura del gruppo.
29/09/2004 L’adorazione dell’ultimo mercoledì del mese si trasforma in Roveto Ardente.
03/10/2004 Ritiro regionale al Parco Ruffini con Luciana Leone.
10/10/2004 Pellegrinaggio di consacrazione a Maria dei gruppi di Nichelino a Forno di Coazze.
24/10/2004 Mega Ritiro per festeggiare i 15 anni del gruppo giovani Regina degli Apostoli, rivivendo la storia del gruppo attraverso le testimonianze di coloro che hanno prestato il proprio servizio durante il periodo trascorso.
03/11/2004 Insegnamento durante la preghiera Comunitaria del mercoledì sera dal tema: “Che cos’è il Rinnovamento nello Spirito Santo?” (Pino).
01/12/2004 Insegnamento durante la preghiera Comunitaria del mercoledì sera dal tema: “La preghiera comunitaria carismatica” (Gemma).
12/01/2005 Insegnamento durante la preghiera Comunitaria del mercoledì sera dal tema: “Le filosofie orientali, magia, cartomanzia e superstizione” (Leonardo).  
01/02/2005 Inizio Seminario di Vita Nuova.
27/02/2005 Preghiera di Effusione.
…Questa è solo una parte delle meraviglie che il Signore ha fatto per noi…  



3. LA COMUNITÀ EMMAUS

3.1.1 I Membri della Comunità
Per parlare della Comunità bisogna ritornare di nuovo indietro nel tempo.
Nel Novembre del 1990, alcune sorelle e alcuni fratelli del gruppo, dopo aver cominciato a camminare con i giovani, sentirono l’esigenza di riunirsi per intercedere per il progetto che Dio aveva su di essi.
Nacque così un cammino comunitario, all’interno del gruppo Regina degli Apostoli, con l’obiettivo di pregare, per comprendere come aiutare i giovani e come sostenerli. Coloro che vi aderirono, tutti adulti, iniziarono a incontrarsi una volta alla settimana, generalmente a casa di Lucia; la direzione spirituale era guidata da P. Mimmo Lovera.
Nel progetto era prevista una casa che accogliesse la comunità e i consacrati…Non è ancora materialmente esistente, ma se è nei progetti di Dio che la Comunità riprenda il cammino, arriverà anche l’edificio giusto per accogliere i fratelli.
Nel giro di alcuni mesi, si formarono altre due comunità, una a Roma e una a S. Caterina di Villarmosa (Sicilia).
Ognuno dei fratelli riportati di seguito ha preso parte a questo percorso di preghiera, nella propria zona:
Nichelino: Gemma Stella (responsabile), Lucia Sassone, Tommasa Mastrapasqua, Assunta Di Salvo (Sr. Assunta), Nunzio Marfia, Maria Teresa Loiacono, Elvira Adriano, Angela Ferrara, Annamaria Gambuzza, Carmelina Bognanni, Antonietta Simiele, Giuseppa La Bua.  
Roma: Anita Masci (responsabile), Assunta Conti, Claudio Pistacchi, Angelo Ortolani.
S. Caterina: Gina Sferrazza (responsabile), Grazia Li Vecchi, Concetta Di Naro, Anna Maria Bonasera, Grazia e Angelo Farinella.
Esistevano, e tuttora esistono, delle regole per il cammino comunitario, proprio perché tutti sapessero qual era il sentiero che tutti avrebbero percorso, qual era lo scopo della missione e come doveva essere il comportamento all’interno di essa e con i fratelli.
3.1.2 Il Cammino della Comunità Emmaus
Il percorso era articolato in 3 anni. Al quarto anno, chi si sentiva pronto poteva consacrarsi a vita.
I anno: coloro che iniziavano il cammino prendevano il nome di FIGLI DI MARIA e, durante una preghiera comunitaria, ricevevano una medaglia con l’effige di Maria appesa ad un cordoncino azzurro. Era loro proposto di partecipare ad una vita spirituale di preghiera di lode e di condivisione e alle varie attività della Comunità.
II anno: da Figli di Maria, coloro che si sentivano pronti, divenivano FRATELLI DEL GETSEMANI. Al posto della medaglietta, ricevevano, durante una preghiera comunitaria, un Tao con il cordoncino nero e senza nodi. Il nero stava ad indicare il buio del Getsemani. Potevano pregare partecipando alle preghiere di lode comunitarie, ai cenacoli e ai rosari, secondo le ore di preghiera  
richieste a ciascuno di essi. Inoltre, dovevano partecipare al cammino spirituale proposto loro, come ai Figli di Maria. Potevano cominciare a liberarsi dalle cose superficiali e materiali quando ne sentivano il bisogno, in piena libertà e senza paura del giudizio degli altri fratelli.
III anno: da Fratelli del Getsemani, coloro che si sentivano pronti, diventavano FRATELLI DEL CALVARIO. Come Maria, mamma di Gesù, Maria di Cleofa, Maria di Magdala e Giovanni furono fedeli compagne sul Monte Calvario, così, anche questi fratelli si dovevano preparare alla consacrazione definitiva a Gesù, anche se ciò avesse dovuto chiedere loro la prova della croce. Durante una preghiera comunitaria, ricevevano un Tao con il cordoncino marrone e senza nodi. Il colore significava che il nero del Getsemani, unito alle nostre sofferenze per Gesù, cambia e diventa più chiaro (come il vino unito all’acqua durante la preghiera dell’offertorio). Essi ricevevano un semplice anello a coroncina da portare all’anulare destro. Le preghiere personali quotidiane loro richieste erano il rosario, le lodi e i vespri. Il cammino comunitario era lo stesso degli anni precedenti. Se lo desideravano, potevano vivere nella Comunità.
IV anno: si diventava CONSACRATI, cioè, MEMBRI DELLA COMUNITÀ EMMAUS. I consacrati dovevano indossare un Tao con il cordoncino marrone con i 3 nodi, indicanti i voti di povertà, castità e obbedienza. Inoltre, l’anello a coroncina, che già possedevano, andava portato all’anulare sinistro, a partire dal giorno della consacrazione. La preghiera comunitaria era carismatica e si aggiungeva a quella personale. Ogni giorno erano previste la partecipazione alla S. Messa. Ogni consacrato doveva avere un direttore spirituale e confessarsi almeno una volta al mese.  
In questa Comunità potevano essere accolte le persone, nubili e celibi, che desideravano consacrarsi al Signore nella totalità, offrendo da quel momento la propria verginità.
Potevano scegliere di vivere comunitariamente all’interno di una costruzione, oppure restare nella propria famiglia prestando da “esterni” la propria opera nella Comunità.
Potevano appartenervi anche persone sposate, in coppia o singolarmente, i vedovi e le vedove che desideravano consacrare la propria vita al Signore, facendo voto di non risposarsi. Agli sposi consacrati, nel caso uno dei due coniugi fosse morto, era chiesto altrettanto.
Celibi, nubili, sposati e vedovi oltre a rispettare i voti di povertà, castità e obbedienza, dovevano obbedienza alla Madre Chiesa Cattolica Apostolica Romana, alle regole interne e alle disposizioni della Comunità.
Chi non si sentiva di consacrare la propria vita al Signore poteva diventare Figlio della Luce dello Spirito Santo6.
6 Parleremo di questo cammino parallelo nei paragrafi successivi.
Lo scopo della consacrazione erano la PREGHIERA e il SERVIZIO.
Lo scopo della missione era l’ACCOGLIENZA DEI GIOVANI CHE CERCANO DIO, offrendo loro un luogo dove riunirsi, per incontrare Gesù, per trovare amore, per ricevere una formazione spirituale e per trovare amicizia. Iniziative per adulti, anziani e simpatizzanti della Comunità non erano escluse.  
Potevano appartenervi anche persone di altre città o nazionalità, purché accettassero le regole e che, almeno una volta all’anno, avessero la possibilità di trascorrere un periodo, da otto giorni a tre mesi, insieme ad alcuni consacrati della casa fondatrice.
3.1.3 I Figli della Luce dello Spirito Santo
Il frutto della missione dei consacrati EMMAUS erano proprio i FIGLI DELLA LUCE DELLO SPIRITO SANTO. Per poter giungere a questa chiamata era necessario un cammino di 3 anni; potevano, così, essere accolti molti simpatizzanti della Comunità che non si sentivano di consacrarsi, ma che desideravano concorrere per quella missione. Questa chiamata era prevalentemente per i giovani, che avevano ricevuto la preghiera d’effusione, ma vi potevano aderire anche gli adulti.
I anno: si cominciava il cammino diventando FIGLI DELLA SPERANZA ai quali veniva dato un Tao con il cordoncino verde, appunto, segno della speranza. Si incontravano mensilmente per pregare, seguiti dai Fratelli del Getsemani. Dovevano scegliere il nome di un personaggio biblico, come patrono a cui affidarsi durante la missione.
II anno: da Figli della Speranza, si poteva diventare FIGLI DEL PERDONO, previa richiesta scritta alla Comunità. Durante una preghiera si sostituiva il Tao con uno avente il cordoncino viola,  
segno della misericordia e del perdono di Dio. Dovevano esercitarsi nelle virtù del perdono e dell’amore e riflettere sul libro dell’Esodo per un anno intero.
III anno:dopo aver fatto un’altra richiesta scritta alla Comunità, che valutava il cammino fatto, si poteva passare a FIGLI DELLA GIOIA, ricevendo, durante la preghiera, un Tao col cordoncino beige a rappresentare la Luce di Dio che produce Gioia nel loro cuore. Si richiedeva loro l’Eucaristia settimanale e l’adorazione personale davanti al Tabernacolo.
IV anno: si diventava membri della Comunità Emmaus in quanto figli della stessa e, quindi, si prendeva il nome di FIGLI DELLA LUCE DELLO SPIRITO SANTO. Durante una celebrazione eucaristica ricevevano dalle mani del sacerdote un Tao con la medaglietta della Madonna miracolosa ed il cordoncino marrone senza nodi, che li distingueva dai consacrati.
Le loro promesse consistevano nel proclamare il Vangelo, nel sottostare alle Regole e, per quanto possibile, nel partecipare alle preghiere comunitarie e ai ritiri. Alla fine di ogni incontro si leggeva un episodio della vita di Don Bosco, il santo protettore della Comunità, santo dei giovani e della gioia. Il loro saluto era SHALOM!
La loro missione consisteva:
- nel vivere il Vangelo;
- nel portarlo agli altri con il loro esempio e la loro gioia;
- nell’annunciare il Vangelo cantando, recitando, ballando, suonando, girando per il mondo. Questo tipo di Evangelizzazione era un servizio per il Signore, non aveva altro scopo.

Dove si andava? Negli oratori, nelle parrocchie, nelle piazze, nelle carceri, negli ospizi e in tutti i luoghi dove si accolgono persone disperate per donare loro Speranza; dove c’era offesa per donare Perdono, dove c’era tristezza per portare Gioia e dove c’erano le tenebre per portare la Luce. Il tutto era vissuto nell’umiltà e nell’amore, punto di partenza insostituibile per un buon cristiano; senza di esso non poteva esserci evangelizzazione, ma solo spettacolo e finzione.
I primi chiamati a far parte dei Figli della Speranza furono: Leonardo Fiandaca (Leo), Armando Seminerio, Lorena Tarallo e Adolfo Nuzzaci. I loro incontri erano tenuti dai Fratelli del Getsemani, Nunzio Marfia, Maria Teresa Loiacono e Assunta Di Salvo. Quest’ultima ne era la coordinatrice e aveva il compito di tenere ogni relazione e di mantenere i contatti con la Comunità. Leonardo, invece, era il responsabile degli spettacoli.
3.1.4 Gli eventi e le attività della Comunità
Tutto ciò che fu portato avanti dalla Comunità non può e non deve essere ritenuto un cammino isolato, ma piuttosto un percorso aperto e svolto in pienezza, poiché si rivolgeva tanto agli interni quanto agli esterni.
Gli eventi che seguiranno rappresentano “la vita vissuta” dei giovani, degli adulti e della Comunità stessa che va oltre la preghiera settimanale del mercoledì sera. Andando avanti si capirà il perché...  
Dicembre 1988 durante un ritiro del gruppo Madonna della Fiducia a Moncalieri, dalle suore di S. Gaetano, i bambini dai 4 ai 10 anni insieme a Gemma presentarono Un Bimbo è nato a Betlemme. In occasione del Natale inscenarono un presepe vivente, raccontando la storia dell’Annunciazione. La recita era intervallata da canti natalizi e da alcune poesie a tema.
Alla fine dello spettacolino, diedero un pensierino alle suore e ai pensionati che vivevano nella casa: un bambinello inserito in una stella di polistirolo. La regista pensò anche di fare un regalino ad ogni bimbo che vi aveva partecipato.
Attori: Ivan Bruno, Costanza Benvenuti, Letizia e Pamela Marca, Giacomo Calabrò, Alessia Romito, Stefano La Ruffa, Domenica e Giuseppe Rizza, Francesca Sassone e Luca Pieretto. Voci fuori campo: Lidia Calabrò e Daniele Bruno. Chitarra: Leonardo. Aiuto regista: Lorena Tarallo. Regista: Gemma Stella.
Le prove si svolsero a casa di Gemma.
Dicembre 1989 I giovani, insieme a Gemma, visitarono i luoghi di S. Francesco d’Assisi. Insieme partirono per conoscere il Santo della Semplicità e dell’Umiltà. Per alcuni giorni soggiornarono presso una casa, data loro in gestione, per essere autonomi in tutto.
21/04/1990 i giovani proposero, nel sottochiesa della SS. Trinità, il concerto El Vive. In quell’occasione si spiegò ai fratelli del gruppo che i ragazzi, da circa un anno, si incontravano per pregare il  
mercoledì sera, oltre che il lunedì, e partecipavano ai ritiri una volta al mese. Si spiegò, inoltre, che il progetto di Dio su di loro era di portare al mondo intero, Gesù, Vivo come 2000 anni fa’, con gioia.
Il concerto si svolse, molto semplicemente, con canti intervallati da preghiere di lode spontanea, due balletti e la proiezione di alcune diapositive sulla vita di Gesù.
I musicisti e solisti erano: Enrico Di Caprio (tastiera), Daniela Pieretto (chitarra elettrica), Leonardo (sax e chitarra elettrica), Giuseppe Pluchino (basso). Facevano parte del coretto: Giovanni Tarallo, Ivonne Pizzigati, Andrea Musso e Paola Pieretto. Voce fuori campo: Umberto Cantarale. Balletto durante il canto “Vive Jesús el Señor” realizzato da: Miriam, Tiziana, Lorena, Maria Teresa e Maria Marca. Balletto realizzato durante il “Mixage di lode” da: Anna e Alessia Romito, Irene e Ruela Pluchino, Selene e Lidia con la coreografia e la direzione artistica di Miriam e Tiziana. Costumi: Tommasa, Lucia. Trucco: Nicolina Drago e Annamaria Gambuzza. Regista: Gemma.
Le prove della musica e canto sono state svolte nella tavernetta messa a disposizione da Gino Pieretto, mentre i balletti sono stati interamente provati nel garage, messo a disposizione dalla famiglia Romito.
Qualche tempo dopo, una parte del concerto è stata riproposta nella Chiesa Evangelica di Torino.
Inverno 1990/’91 nel sottochiesa della Chiesa S. Giuseppe di Prabernasca, i giovani portarono in scena Parliamo un po’ di Gesù. Attraverso il ballo, il mimo, le ombre cinesi, la lettura, le diapositive e la recitazione, i giovani rappresentarono alcune parabole: Il  
Seminatore, La Moltiplicazione dei Pani, Le Beatitudini, Il Figliol Prodigo, Le Vergini Stolte e le Vergini Sagge, Il Cantico dei Cantici, Il Buon Samaritano e il Pescatore di Uomini. Si concluse il tutto con il Padre Nostro cantato unito alla rappresentazione del Sole, della Luna, del Cielo e delle Stelle.
Attori e ballerini: Giovanni e Lorena Tarallo, Tiziana Laviano, Maria Marca, Selene Rochira, Marianna Di Carlo, Costanza Benvenuti, Lidia Calabrò, Antonella e Pina Libia, Anna Marca, Cristina Santoro, Luca e Leonardo Fiandaca, Anna Romito, Maria Teresa Loiacono, Adolfo Nuzzaci, Nunzio Marfia, Franco Montagna. Voci fuori campo: Lorenzo Tarallo e Edoardo Calabrò. Truccatrici: Nicolina Drago e Annamaria Gambuzza. Costumiste: Tommasa Mastrapasqua, Elvira Adriano e Lucia Sassone. Aiuto regista: Salvatore Stella. Regista: Gemma Stella.
Tutte le prove si svolsero nel capannone messo a disposizione da Giovanni Pieretto, il quale portò anche tutte le attrezzature con il suo camion.
Questa rappresentazione fu riproposta in forma ridotta nella baracca della Fiducia e, successivamente, in forma integrale, durante un ritiro cittadino.
12/05/1991 nella Chiesa SS. Apostoli di Piossasco, per il giorno di Pentecoste, i giovani del gruppo Regina degli Apostoli, insieme ad alcuni adulti, hanno messo in scena la rappresentazione teatrale Dalla Risurrezione alla Pentecoste.  
Rosy, una predicatrice di Roma, cerca di evangelizzare una siciliana, molto semplice e desiderosa di conoscere le cose di Dio; mentre Rosy legge il passo di Atti 2, dove si narra la discesa dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste, i ragazzi rappresentano la scena. L’evangelizzazione si concluse con un riadattamento del balletto “Vive Jesús el Señor” e il mimo del “pescatore di uomini”.
Attori: Gemma (Rosy), Maria Teresa Tarallo (siciliana); Leonardo e Luca Fiandaca, Giovanni Tarallo, Franco Nobile, Nunzio Marfia, Enrico Di Caprio, Adolfo Nuzzaci, Davide Musso, Stefano Pizzigati, Armando Seminerio e Ivan Bruno (discepoli di Emmaus); Tiziana Laviano, Anna Gulotta, Mina Santoro e Anna Romito (donne); Lorenzo Tarallo (voce fuori campo). Ballerine: Tiziana Laviano, Lorena Tarallo, Selene Rochira, Maria Teresa Loiacono, Maria Marca e Marianna Di Carlo. Mimo: Leonardo seguito da tutti gli attori.
Lo scopo, come in ogni momento creativo, era, pur non essendo professionisti, quello di portare Dio agli altri con l’arte.
26 – 29/07/1991 vennero stilate le Regole della Comunità Emmaus e dei Figli della Luce dello Spirito Santo.
24/09/1991 alle ore 16:30, a Piossasco, Gemma si consacrò davanti a P. Mimmo Lovera e alle sorelle della Comunità (Lucia, Tommasa, Assunta e Maria Teresa) durante la celebrazione Eucaristica.
01 – 03/11/1991 Ritiro giovani a Mottera. Da questo ritiro in poi, per facilitare le condivisione e le attività da svolgere, comprese le pulizie della casa, i giovani furono divisi in tribù e, proprio come le 12 tribù d’Israele, ognuna di esse aveva un nome, ad es: Aser,  
Efraim, Zabulon e via di seguito. Per distinguerle, i giovani che le formavano indossavano una fascetta colorata, con sopra scritto il nome della stessa. Già in quest’occasione, parteciparono al ritiro i ragazzi provenienti da Napoli e alcuni albanesi. Gli incontri, normalmente, cominciavano con la preghiera comunitaria carismatica, seguiva l’insegnamento di Gemma e durante la giornata ogni tribù aveva il tempo per fare deserto, condivisione e preparare le scenette per il dopo cena.
07/11/1991 ore 9:30, Incontro di preghiera in occasione del passaggio da Figli di Maria a Fratelli del Getsemani. I fratelli che ricevettero la preghiera per il nuovo mandato furono: Lucia, Tommasa, Assunta, Nunzio e Maria Teresa.
29/11/1991 Primo anniversario della Comunità.
30/11 – 01/12/1991 Ritiro giovani a Mottera. In quest’occasione, visto l’approssimarsi del Natale, il sabato sera, durante la preghiera, ad ogni giovane fu dato un Gesù bambino di gesso di vari colori: bianco, nero, giallo, rosso… Dopo aver ricevuto il bambinello, ognuno poteva fermarsi nel salone per adorarlo.
Coloro che si sono da sempre occupati di preparare i ricordini, le statuette e quant’altro, sono Salvatore Di Salvo e Giorgio Dadone.  
05/12/1991 Gemma, Assunta, Nunzio e Maria Teresa partono per la prima missione, facendo tappa nelle due Comunità di S. Caterina e di Roma.
06/01/1992 Primo incontro dei Figli della Speranza. Assunta, Nunzio e Maria Teresa seguono il cammino di Leonardo, Lorena, Adolfo e Armando.
11 – 12/01/1992 Ritiro Giovani a Oulx.
29/02 – 01/03/1992 Ritiro Giovani ad Ala di Stura.
04 – 05/04/1992 Ritiro Giovani ad Ala di Stura. In quest’occasione, ai giovani, tra le altre cose, fu chiesto di rappresentare l’Ultima Cena e la Via Crucis.
02/05/1992 La sera, durante il soggiorno a Rimini per la Convocazione Nazionale del R. n. S., le tre comunità (Nichelino, Roma e S. Caterina) si incontrarono per pregare insieme.  
08/05/1992 ore 20:30, Inaugurazione della Comunità Emmaus di Via Pracavallo (Nichelino), durante la celebrazione eucaristica presieduta da P. Mimmo Lovera.
Il locale non era molto grande, ma più che sufficiente per quello che il Signore ci aveva chiamati a fare in quegli anni. Entrando, c’era un grande salone e di fronte alla porta d’ingresso c’erano un quadro di Maria con la scritta Shalom che dava il benvenuto, un quadro di Don Bosco e una scritta che invitava i giovani ad avere rispetto di quella casa, in quanto era di tutti. Vi erano, inoltre, una cappellina molto accogliente, un cucinino e un bagnetto. Nessuno si sentiva ospite perché i fratelli coinvolgevano e accoglievano sempre tutti coloro che entravano.
14/06/1992 ore 10 nella cappellina di Givoletto, i giovani, insieme ad alcuni adulti, si consacrarono alla Madonna. Si cominciò con una lode carismatica davanti al luogo santo, la preghiera di consacrazione, la recita del rosario intervallata da canti. Le sorelle della Comunità prepararono la pizza per il pranzo che venne smaltita con un po’ di movimento nel pomeriggio, poiché si organizzarono una caccia al tesoro e alcune partite di pallavolo.
23/06/1992 In Comunità cominciò il corso di cucito, ricamo, maglia e uncinetto. Il corso era indirizzato alle ragazze del gruppo di preghiera e a quelle del quartiere in cui si trovava la comunità. Due pomeriggi erano dedicati al cucito, uno per lavorare con l’uncinetto, uno per lavorare a maglia e uno per il ricamo.
Ogni pomeriggio si iniziava con un canto e una preghiera di lode. A metà pomeriggio si ringraziava la Vergine con 10 Ave Maria e, a  
fine pomeriggio, veniva offerta loro la merenda. La maggior parte delle ragazze del gruppo ancora oggi possiedono un ricordo di quel corso che consisteva in una sacca a tracolla di tela bianca su cui ognuna aveva ricamato il proprio nome e l’aveva personalizzata con varie figure. La borsa era stata precedentemente cucita dalle sorelle della comunità e da quelle che avevano dato la loro disponibilità al servizio.
La provvidenza non mancò mai da ogni punto di vista, per cui vi fu la possibilità di svolgere tutte le attività previste.
26 – 28/06/1992 Ritiro giovani a Piossasco. Il tema affrontato riguardava Mosè e la traversata del Mar Rosso da parte degli israeliti, con un forte invito a lasciare la vita vecchia e la via del peccato per percorrere quella nuova dell’abbandono, per attraversare il mare e percorrere un nuovo cammino. Si diede molto spazio alle confessioni. Si affrontarono anche i temi sulle difficoltà, le prove, la fame degli Ebrei e sulla Terra Promessa.
Le ragazze indossavano un foulard fucsia e i ragazzi uno azzurro. I ragazzi dormivano all’interno della casa, messa a disposizione da P. Mimmo, mentre le ragazze dormivano in un tendone all’aperto.
La seconda notte si scatenò un temporale fuori dal normale. Gemma si preoccupò per le giovani e andò a recuperarle, pensando che potessero essere nel panico. Quando arrivò, però, le trovò nel tendone tutte in cerchio a pregare. Le aiutò una ad una ad attraversare il lungo cortile della casa, che in quel momento sembrava infinito. Fu così che capirono, molto semplicemente, che anche loro avevano attraversato il Mar Rosso solo che, anziché aver avuto paura dei soldati, si erano spaventate del violento “diluvio” e tutto si concluse con una potente lode al Signore e un meritato riposo nella cappella.
Giugno 1992 In comunità, ogni giovedì sera si recitava la preghiera del Rosario aperta a tutti.  
Luglio 1992 Battesimo di due bambine albanesi, Altea e Anita…festeggiato in Comunità.
02 – 09/08/1992 I Settimana dell’Amicizia, dell’Accoglienza e della Lode a Cupra Marittima (S. Benedetto del Tronto). La sera del 1 agosto, i giovani del gruppo sono partiti col treno dalla stazione di Porta Nuova, tutti eccitati ed entusiasti di trascorrere la prima esperienza comunitaria, nonostante non sapessero che cosa li stesse aspettando.
I membri della Comunità e i Figli della Speranza prepararono ogni cosa perché tutti i ragazzi potessero sentirsi accolti al loro arrivo: al centro dello spazio aperto c’era l’immagine di Gesù misericordioso. Sulla strada era stato posto un poster della Regina degli Apostoli con una freccia che indicava la direzione del campo e la scritta “BENVENUTI”, proprio perché fosse Maria a dare il benvenuto a coloro che arrivavano.
Ad attenderli c’erano già Leonardo ed alcuni della casa. Più che una casa era un enorme garage. Una parte fu adibita a cucina, un’altra a servizi igienici, il lato più lungo fu usato come refettorio e il restante lato come dormitorio femminile…un po’ d’immaginazione e di spirito di adattamento…tutte sdraiate a terra sul proprio sacco a pelo! In un altro garage furono sistemate le ragazze provenienti da Melfi, mentre i ragazzi si adattarono “molto volontariamente” in tenda.
A tutti fu dato un cappello di paglia: quello delle ragazze assomigliava molto a quello che usano le contadine, quello dei ragazzi, invece, era il tipico sombrero, in misure ridotte ovviamente. Come guida per la settimana fu anche dato il programma della settimana, sotto forma di libretto, da appendere al collo. In esso erano  
contenuti alcuni canti, i salmi per le lodi giornaliere e un breve programma della giornata.
Alcuni momenti fissi, oltre a quelli dei pasti, erano le lodi mattutine in spiaggia, la siesta pomeridiana, seguita dalla preghiera e dalla riflessione e la S. Messa celebrata da Don Umberto, un sacerdote del posto molto disponibile e accogliente verso tutti.
La sera, poi, era il momento più atteso, poiché i ragazzi, appartenenti alle diverse regioni, a turno, animavano la serata con scenette, canti e balli. Tutti coloro che vi parteciparono ricordano la spontaneità e la fantasia dei ragazzi di Napoli, che insieme a quelli di Torino, hanno veramente tirato fuori il meglio di sé in termini di allegria e armonia (Ricordiamo che i gruppi di ragazzi (un centinaio) che hanno partecipato alle settimane estive provenivano da: Piemonte, Lombardia, Basilicata, Campania, Lazio e Sicilia).
Pino La Monica, un ballerino della Scala di Milano, ballava per Gesù creando delle coreografie che lasciavano tutti a bocca aperta. Ormai, da cinque anni, danza alla presenza del Signore.
Le escursioni proposte ai giovani sono state: Loreto, S. Benedetto del Tronto (passeggiata notturna) e la visita alle suore di clausura di Barrancone.
Il sabato prima della partenza si pregò sui fratelli che facevano uso di medicinali, mentre la domenica, durante la mattinata, si celebrò la S. Messa in spiaggia, con il battesimo di un ragazzo albanese di 22 anni, Quitim, che da allora prese il nome Luigi. Proprio per quell’occasione, l’assistente del sacerdote aveva portato l’acqua benedetta che proveniva dal fiume Giordano. La domenica  
pomeriggio si pregò sui ragazzi che, quel giorno stesso, volevano ricevere la preghiera di effusione.
La gioia e l’unità che si crearono in quella settimana furono tali da rivedere, nei due anni successivi, quasi tutti i volti di coloro che vi avevano partecipato e non solo…avevano sparso la voce, portando anche altri ragazzi che non avevano mai fatto esperienze di quel tipo!
Come segno e ricordo del campo, ad ognuno dei giovani fu donato un Tao.
03/10/1992 I giovani hanno presentarono il music hall Don Bosco “a suo tempo tutto comprenderai” presso il teatro Valdocco. L’invito fu rivolto e consegnato a tutti i gruppi del Rinnovamento Torinese e alle parrocchie. Una grande quantità di locandine venne affissa alle vetrate dei negozi e nei condomini.
La rappresentazione prevedeva che la parte sulla vita di Don Bosco fosse recitata, intervallata da balletti e mimi significativi come, ad esempio, la rappresentazione delle spighe per indicare la moltiplicazione dei pani o la rappresentazione di un cuore nero, con il contorno delineato dalle mani che si muovevano a suon di musica. Don Bosco cantava e faceva giochi di prestigio dal vivo. Alla fine, lo spettacolo si concluse con il Padre Nostro cantato, sulla base della canzone profana “The Sound of Silent”, mostrando il quadro rappresentante il santo; alcuni dei giovani passarono in mezzo al pubblico per donare una caramella con dentro una frase biblica.
Attori: Leonardo (Don Bosco), Marilena Cardarelli (mamma Margherita), Lello Cardarelli (Bartolomeo), Nunzio Marfia (Vescovo), Stefano Pizzigati (parroco), Agostino Di Stasi (ricercato), Franco Montagna (gendarme), Romina Tizzani (giornalista),  
Francesco Pugliese (medico), Maria Marca (proprietaria), Gabriele Abate (proprietario), Tiziana Laviano e Franco Nobile (contadini), Mina Santoro (donna), Adolfo Nuzzaci e Ivan Bruno (ragazzi disoccupati), Stefano La Ruffa (Domenico Savio). Ballerine: Anna Romito, Annalisa Rea, Carmen Leva, Costanza Benvenuti, Cristina Santoro, Giusy Nicoli, Ilaria e Jennifer Monteleone, Letizia Marca, Lidia Calabrò, Margherita Maldarella, Marianna Di Carlo, Miriam Zerbin, Raffaella Falcone, Selene Rochira e Tiziana Laviano. Attrezzisti: Giovanni Pieretto, Giorgio Dadone, Tita Nicoli. Tecnico suono: Giuseppe Di Salvo. Luci: Loris Bianchi e Pino Pignataro. Suggeritrice: Assunta Di Salvo. Truccatrici: Nicolina Drago e Annamaria Gambuzza. Costumiste: Elvira Adriano, Lucia Sassone e Tommasa Mastrapasqua. I pannelli per le scenografie erano state disegnate e dipinte da Maria Teresa Loiacono, mentre il quadro di Don Bosco disegnato da Annamaria Gambuzza. Coreografo: Pino La Monica. Direttore di scena: Angela Ferrara. Aiuto regista: Salvatore Stella. Regista: Gemma Stella.
Le prove si svolsero interamente nella Comunità di Via Pracavallo.
Il Recital fu riproposto una seconda volta nel sottochiesa della SS. Trinità.
30/10/1992 Preghiera in occasione del passaggio da Fratelli del Getsemani a Fratelli del Calvario e del nuovo cammino delle Figlie di Maria, con la presenza di P. Mimmo Lovera che celebrò la S. Messa.
31/10/1992 I giovani cominciarono ad incontrarsi in comunità l’ultimo sabato del mese, per vivere la serata di Fuoco nello Spirito. Lo scopo era di stare insieme per pregare, crescere nei carismi e di  
accogliere tanti ragazzi per evitare che prendessero strade non conformi a quelle del Vangelo.
05 – 08/12/1992 Ritiro giovani ad Ala di Stura dal tema: “Eccomi! Io sono la serva del Signore”. Il tema proposto fu quello dell’Annunciazione e della nascita di Gesù. Fu allestito anche un presepe di fronte al quale i giovani fecero adorazione notturna.
Al posto delle fascette colorate da legare intorno alla fronte, ai ragazzi venne data una fascetta bianca con su scritto in rosso il nome di un personaggio biblico, (es: Salomone), puntata sul petto con due spille da balia.
Anche in questo caso non mancavano le scenette a tema, che il più delle volte avevano un risvolto comico! Enzo Amato (il napoletano) proponeva un’imitazione molto accurata e divertente sulla responsabile Gemma suscitando il riso di tutti, mentre Pino e Leonardo non perdevano occasione per raccontare, sotto forma di telegiornale, le novità comiche che avvenivano durante i giorni di ritiro!
Non si è detto, precedentemente, che i membri della Comunità, in queste occasioni si sono sempre dati da fare per far sentire i giovani accolti e amati, presentando loro dei favolosi piatti caldi, sempre graditi e applauditi!
19/12/1992 I fratelli del gruppo festeggiarono il Natale con la celebrazione della S. Messa in Comunità e un cenone di  
ringraziamento nel capannone messo a disposizione da Giovanni Pieretto. Le sorelle della Comunità si diedero molto da fare per sfamare tutti coloro che vi parteciparono, mentre Pino, Leonardo e Angelo si dedicavano all’intrattenimento con musica e danze popolari.
31/12/1992 I giovani festeggiarono insieme il capodanno in Comunità. Ognuno aveva portato qualcosa da mangiare da poter condividere con gli altri. Si intrattennero ballando, giocando e pregando per ringraziare il Signore per l’anno trascorso e per affidargli quello futuro.
Gennaio 1993 I primi Figli della Speranza fecero il passaggio a Figli del Perdono. Altri giovani vennero chiamati a far parte dei nuovi Figli della Speranza: Maria Marca, Anna Gulotta, Margherita Maldarella, Luigi Malfa, Grazia…, Franco Montagna, Mina e Cristina Santoro, Miriam Zerbin, Selene Rochira, Tiziana Laviano, Marianna Di Carlo e Loris Bianchi. Il Tao, segno del cammino, venne loro posto al collo da Gemma, durante una preghiera comunitaria del mercoledì.
13 – 14/02/1993 Ritiro giovani ad Oulx.
Febbraio – Marzo 1993 I giovani festeggiarono il carnevale in maschera presso la Comunità. Nello stesso periodo, Gemma, insieme alla sua famiglia, prestò il suo servizio al bar dell’oratorio della  
Chiesa SS. Trinità, occupandosi, così, dei giovani che frequentavano quel luogo. Assunta ed Elvira ebbero il compito di curare e custodire la Comunità nel periodo in cui la responsabile prestava un altro servizio. Ad Elvira, Giorgio e Tommasa, invece, veniva affidato il compito di seguire il cenacolo del giovedì, sempre in Comunità.
Giugno 1993 alcuni fratelli lasciarono il cammino e questo creò un po’ di debolezza tra i fratelli della Comunità perché l’invito del Signore, sin dall’inizio, era di restare insieme e uniti. Diversamente il progetto non sarebbe potuto andare avanti.
La Comunità non è una struttura, ma un gruppo di persone che decidono di vivere insieme le proprie aspirazioni, la propria fede e le proprie difficoltà. Molti, però, ebbero la tentazione di non sentirsi parte di essa, perché non c’era una vera casa d’accoglienza.
Una volta raccolti i cocci dopo la tempesta, si ripartì, ma con dei ritmi decisamente più lenti, rispetto ai precedenti.
01 – 08/08/1993 II Settimana dell’Amicizia, dell’Accoglienza e della Lode. Il campo si svolse sulle montagne francesi, nella “Maison des Chamois” (Traduzione: casa dei camosci, poiché nella zona intorno alla casa, di notte si aggirano molti camosci.) in Valle Stretta e a Modane, nelle due case messe a disposizione da Don Paolo Gariglio, che generalmente le usa per fare i campi estivi e gli esercizi spirituali per i giovani, le famiglie della parrocchia e per gli studenti dell’istituto Murialdo.

Si partì in pullman da Nichelino fin dopo il confine; ad un certo punto si proseguì a piedi poiché il sentiero sterrato, tuttora, non è percorribile diversamente. Solo un paio di jeep potevano raggiungere la casa e gli autisti avevano il compito di portare il cibo e le cuoche fino in cima.
A tutti i giovani fu dato un cappellino da baseball, ad alcuni beige e ad altri nero, con sopra il disegno di una montagna, al vertice di essa c’era Gesù con uno di noi e in basso una tenda. La scritta “Jesus and Me” (Traduzione: Gesù ed Io), poi, indicava che solo Gesù è la nostra unica Guida nel sentiero della vita.
 Anche in quest’occasione il tempo era scandito dalle preghiere, gli insegnamenti, le serate a tema con danze, scenette, telegiornali, canzoni inventate e giochi. I giovani cercarono anche di rappresentare la storia della vocazione di Don Paolo, in sua presenza, per festeggiare i suoi 25 anni di sacerdozio.
La settimana fu caratterizzata dalle traversata, attraverso le montagne, per raggiungere la città francese di Modane e la visita della città di Chambéry.
Una preghiera particolare segnò i cuori di tutti i partecipanti, poiché il Signore disse ai giovani di Torino, attraverso una profezia: “Avete mangiato tanto pane al punto di vomitarlo”. Infatti, avevano ricevuto talmente tanto che non riuscivano ad apprezzare più quello che avevano. Si erano creati inutili pettegolezzi; molti erano alla ricerca del ragazzo/a e non riuscivano più a vivere nello Spirito, cioè, nell’unità, nella pace e nell’amore fraterno. Restava una solo cosa da fare: mettersi nuovamente nelle mani di Dio e ammettere che avevano bisogno di Lui.  
Alla fine del campo venne lasciato, come ricordo, un rosario a forma di bracciale, di modo che lo si potesse tenere sempre con sé per pregare la Vergine.
08/09/1993 Alcuni membri della Comunità, durante un incontro, decisero di non trovarsi più per pregare, in seguito ad alcune situazioni difficili quali la persecuzione che proveniva da ogni parte, il dubbio di non seguire la volontà del Signore a partire dalla responsabile. Anche a Roma e in Sicilia si era creata una situazione piuttosto insostenibile.
Il cammino dei Figli della Speranza e del Perdono, in ogni caso, continuò, poiché ad essi non veniva richiesto l’obbligo della consacrazione, mentre ciò che era stato sciolto era proprio quell’obbligo. Gemma rimase il punto di riferimento per tutti i giovani, mentre Assunta prese il ruolo di aiutante per la preparazione degli incontri per i giovani del gruppo del Rinnovamento di Nichelino.
11 – 12/12/1993 Ritiro giovani a Piossasco.
31/12/1993 Il Capodanno si festeggiò nel Bar dell’oratorio della SS. Trinità, gestito da Gemma; questa volta, l’invito fu rivolto a giovani e ad adulti insieme.  
Marzo 1994 Da questo momento, per circa un anno, i figli della Speranza e del Perdono, cominciarono un’opera di volontariato.
Nell’ospizio dei Camilliani a Trofarello Tiziana, Marianna, Assunta, Miriam, Leonardo, Pino e Giuseppe prestarono il loro servizio per lavare, tagliare e asciugare i capelli agli anziani…con l’allegria e l’animazione di Pino.
Anna, Loris, Nunzio e Maria Teresa prestarono servizio agli ammalati presso Villa Serena, portando loro ascolto, consolazione e la Parola di Dio.
Luigi e Mariangela Laviano, invece, andarono in un oratorio della zona di Porta Palazzo per aiutare i ragazzini, prevalentemente arabi, a fare i compiti.
16 – 21/07/1994 La III Settimana dell’Amicizia, dell’Accoglienza e della Lode si svolse a Modica, in Sicilia, in una casa dedicata alle attività religiose e ricreative.
All’interno di essa, vi erano delle camerate per accogliere i giovani “dormiglioni”, una cappella grande abbastanza da contenere una sessantina di ragazzi e un grande refettorio, tutt’intorno ad uno spiazzale, usato per le celebrazioni eucaristiche e le serate d’intrattenimento.
All’esterno c’era una piscina, molto sfruttata da tutti, viste le alte temperature, alberi di prugne e una grande quercia per i momenti di siesta e di condivisione del primo pomeriggio.
La settimana si svolse sotto forma di esercizi spirituali, in quanto il sacerdote che li accolse, insieme ad un altro ragazzo, animava la preghiera iniziale e affrontava temi particolari per la crescita  
cristiana; ogni giorno divideva l’insegnamento in due parti: uno al mattino e uno al pomeriggio. Alla fine di ogni sessione, ai giovani veniva lasciato il tempo per il deserto e la meditazione.
Si dedicò una sera alla preghiera carismatica…proprio quella sera, un sacerdote di nome Don Giuseppe, ospite anche lui presso quella casa, dopo aver assistito alla preghiera dal terrazzo che dava sul piazzale, capì che il Signore aveva parlato anche al suo cuore. Infatti, il Signore, attraverso una parola di scienza, invitava questo sacerdote, in crisi vocazionale, a tornare al Suo servizio nella Chiesa. A quel punto scese, proprio come Zaccheo, e chiese di pregare su di sé. Dopo quella sera, ritornò nella sua parrocchia ristabilito, rinnovato e con un grande desiderio di servire Dio. Con grande piacere di tutti, negli ultimi anni è stato possibile incontrarlo durante le convocazioni nazionali del R. n. S.
Non mancarono, poi, le serate a tema organizzate per regione o scenette comiche, telegiornali e canzoni rap inventati sul momento. Questa volta, anche le cuoche insieme a Gemma prepararono qualcosa di divertente…ad esempio, Gemma si impegnò nell’imitazione di Vasco Rossi, accompagnata dalla musica di Pino e Leonardo, le cuoche interpretarono la canzone popolare “Piemontesina bella”, i giovani di Torino proposero uno spezzone del film “Grease”, nella versione tutta siciliana, le ragazze di Melfi il balletto sulla base del canto “Gerico le tue mura crolleranno” e le barzellette e tante altre cose…
Anche questa volta, però, il tempo a loro disposizione fu molto breve e dopo pochi giorni si dovettero salutare, nella speranza di rivedersi l’anno successivo…Purtroppo sarebbe stato l’ultimo per i dieci anni a venire. Ma il Signore non lascia mai delusi coloro che lo  
cercano e lo invocano e, sicuramente, non avrà fatto mancare loro ciò di cui hanno avuto bisogno negli anni successivi.
28 – 30/01/1994 Per la prima volta, furono proposti esercizi spirituali per tutti i giovani a Chateau Beaulard, nella casa invernale della SS. Trinità. In quell’occasione, Don Paolo tenne tutti gli insegnamenti per la riflessione e i colloqui con i giovani, cui si dedica costantemente e con grande entusiasmo.
Non mancò il deserto, che in quel luogo silenzioso e pieno di neve si prestò molto bene per dissetare e riempire i cuori che cercavano Dio.
Al posto delle fascette colorate, i giovani ricevettero una pinza di legno colorata, con sopra scritto il nome della tribù a cui appartenevano, da appuntare al maglione.
Le serate a tema erano attività irrinunciabili, ma, questa volta, Gemma diede ad ogni tribù il compito di preparare una danza ebraica (le musiche erano tutte diverse) e una scenetta o un canto particolare.
…A partire da questo ritiro, per circa 4 anni, non si svolse più nessun’attività rivolta ai giovani. Non un ritiro o una preghiera che non fosse quella comunitaria del mercoledì sera. Per circa un anno e mezzo, Gemma rimase bloccata nel letto, in seguito ad un incidente che le causò la frattura di alcune vertebre. A questo punto, non essendoci più molte attività per i giovani, molti di loro si allontanarono e rimasero solo alcuni dei più anziani, che hanno sempre rappresentato una certa continuità.  
Com’è facile per i ragazzi perdersi, soprattutto quando si avvicinano al gruppo per cercare il fidanzato o la fidanzata. Mentre dovrebbero operare la svolta più grande della loro vita e mettere le radici della Parola dentro di loro, è proprio allora che vengono tentati, iniziano a non accettarsi più per quello che sono e cominciano i pettegolezzi, i gruppetti e le maldicenze…non esiste niente di più brutto in grado di soffocare lo Spirito Santo!
Tutto il gruppo sperimentò l’aridità, perché un gruppo che è nato per i giovani soffre quando questi mancano.
Finalmente, un giorno, il Signore ispirò di nuovo il cuore di qualche servo fedele e, per la fedeltà di pochi, ha deciso di ridonare la novità del Suo Spirito a molti. Una nuova ondata di giovani tra la fine del 1997 e l’inizio del 1998 venne a profumare di fresco la Chiesa Antica della SS. Trinità.
Verso il giugno del 1998 il Signore ci diede un nuovo locale per ospitare i giovani, una stanza presso una cascina di Garino, anche questa stanza era in affitto e si manteneva con le offerte di tutti e, spesso, si assisteva ad un vero e proprio miracolo della Provvidenza.
Alcuni giovani, insieme a Gemma, si affrettarono per rendere il luogo pulito e accogliente…e le attività ripersero.
07 – 08/03/1998 Ritiro giovani a Orbassano, organizzato e animato dai ragazzi di Camparmont.  
01/10/1998 Iniziano gli incontri di preghiera e di formazione con i giovani, il giovedì sera una volta al mese. Tema della serata: “Dio creò l’uomo per amore e li creò maschio e femmina”.
29/10/1998 incontro giovani dal tema: “L’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, com’è oggi?”.
26/11/1998 e 21/01/1999 Incontro giovani. Da qui, continuarono una volta al mese, anche se non possiamo ricostruire esattamente le date e le tematiche affrontate.
31/12/1998 Veglione di capodanno nella cascina di Garino. Si organizzò il cenone per tutti coloro che erano da soli e che volevano trascorrere una sana serata in compagnia dei fratelli.
Ottobre 1999 – Giugno 2000 I giovani si incontrarono in cascina per pregare di giovedì sera, una volta ogni due settimane.
Maggio 2000 – Febbraio 2001 i giovani che si erano incontrati durante tutto l’anno per pregare si divisero a gruppetti per pregare insieme, crescere nei carismi e condividere la Parola. Il tema della riflessione, ogni volta, verteva su un brano del Vangelo di Matteo.  
I gruppetti erano così formati: 1) Abramo: Susanna Pochettino, Furio Bruno, Angela De Netto, Margherita Panero, Andrea Galofaro; 2) Isacco: Antonio Dilema, Stefano Baruffa, Diego Lumia, Lidia Calabrò, Luciano Chiavetta, Marianna Di Carlo e Selene Rochira; 3) Giuseppe: Pino Pignataro, Giuseppe di Salvo, Loris Bianchi, Leonardo Fiandaca, Giovanni Pochettino; 4) Mosè: Fabiana Coniglio, Silvia Bianco, Maria Cristina Viviano, Luigi Malfa.
La condivisione si concluse con la celebrazione eucaristica nel mese di marzo quando ogni gruppetto, durante l’offertorio, presentò un segno particolare simboleggiante il personaggio biblico da cui aveva tratto il nome.
Novembre 2000 – Maggio 2001 Una volta al mese si propose ai giovani un ritiro di una giornata e mezza a Oulx.
Si partiva il sabato, nel primo pomeriggio, in treno; una volta arrivati, si riceveva l’accoglienza da parte di alcuni membri della Comunità che si occupavano di tutta l’organizzazione. Veniva offerto un bel tè caldo e poi si cominciava con la preghiera. La sera, dopo cena, c’era preghiera di lode carismatica, di guarigione interiore, se lo Spirito la suggeriva, e una prima parte del tema che avrebbe accompagnato i giovani in quei 2 giorni.
La domenica mattina si partecipava alla messa comunitaria del posto e, dopo, si proseguiva con l’insegnamento e la riflessione. Era stata stabilita un’ora di deserto (che ognuno poteva fare al chiuso o all’aperto), aiutati dal libretto “Un’ora miracolosa” di Linda Schubert, per favorire la meditazione.  
La domenica pomeriggio si concludeva con una danza, sulla musica di “Giovani e vecchi”, e una testimonianza di chi aveva preparato l’insegnamento. Ogni volta, però, in base al tema, lo Spirito Santo suscitava segni diversi, preghiere diverse e nuove liberazioni tanto che oggi è possibile notare sui volti e nei cuori di coloro che vi hanno partecipato un cambiamento radicale.
Tommasa Mastrapasqua, Salvatore Di Salvo, Angela Ferrara, Francesca Rubino, Angelo Fiandaca e Annamaria Gambuzza si occupavano della cucina e, con molta precisione e professionalità, preparavano pranzi e cene deliziose.
I membri della comunità che si occuparono di organizzare questi incontri erano: Gemma Stella, Andrea Galofaro, Giovanni Pochettino, Loeonardo Fiandaca, Marilena Cardarelli, Nunzio Marfia, Angela De Netto, Annamaria Gambuzza, Diego Lumia, Furio Bruno. Nunzio e Giovanni non poterono continuare nel servizio, mentre qualche mese più tardi entrò a farne parte Lidia Calabrò. Tutti, a turno, svolgevano servizio di accoglienza, di refezione e tenevano l’insegnamento.
Il tema generale degli incontri era: Venite in disparte e riposatevi un po’. Mc. 6, 31, ma ogni volta si meditava sui 10 Comandamenti e i 5 sensi, come segue:
04 – 05/11/2000 6º Comandamento: “Non Commettere atti impuri” e 9º Comandamento: “Non desiderare la donna d’altri” e la Vista, relatori: Gemma e Andrea.
02 – 03/12/2000 2º Comandamento: “Non nominare il nome di Dio invano” e l’Udito, relatori: Diego e Angela.  
13 – 14/01/2001 3º comandamento: “Ricordati di Santificare le feste” e l’Olfatto, relatori: Angela, Diego e Gemma.
10 – 11/02/2001 5º Comandamento: “Non uccidere” e il Gusto, relatori: Leonardo e Marilena.
10 – 11/03/2001 4º Comandamento: “Onora il padre e la madre” e il Tatto, relatori: Lidia e Gemma.
07 – 08/04/2001 7º Comandamento: “Non rubare” e 10º Comandamento: “Non desiderare la roba d’altri”, relatori: Furio e Annamaria.
19 – 20/05/2001 1º Comandamento: “Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio all’infuori di Me”, relatori: Andrea, Leonardo e Marilena.
Giugno 2001 8º Comandamento: “Non dire falsa testimonianza”, relatori: Annamaria e Furio.
Ogni volta veniva dato un segno diverso inerente al tema del ritiro.
Aprile 2001 (Pasqua) I giovani prepararono il Music-hall …E vedrai il Re! Ideato e diretto artisticamente da Selene Rochira, direzione e produzione corale di Pino Pignataro.
Lo spettacolo prevedeva, ancora una volta, recita e mimo, balletti, voci fuori campo e musica rigorosamente dal vivo. Si improntò sulla storia di Gesù, dalla Sua nascita alla sua morte e risurrezione, passando attraverso il nascondimento, l’acclamazione al suo rientro in Galilea il giorno delle palme, le guarigioni, la paura e l’angoscia di sapere che sarebbe stato tradito e che lo avrebbero ucciso, fino all’esultanza pasquale con il canto e il ballo del “Emmanuel” (inno del Giubileo del 2000).  
Vi hanno partecipato: Pino Pignataro, Luciano Chiavetta, Stefano La Ruffa, Diego Lumia, Maria Cristina Viviano, Silvia Bianco, Angela e Francesco Cucchiarale, Valeria Gulotta, Lidia Calabrò, Selene Rochira, Isabella Simonetti, Angela De Netto, Mariangela Laviano.
Le prove si svolsero in cascina, mentre lo spettacolo ebbe luogo nel sottochiesa della SS. Trinità.
Ottobre 2001 – Giugno 2002 Ogni ultimo venerdì, in cascina, si svolgeva l’ “Adorazione alla Croce”, aperta a tutti.
Era stato preparato un piedistallo, a forma di cubo, intorno al quale erano stati predisposti 4 dipinti rappresentanti 4 particolari diversi della morte di Gesù. L’adorazione si svolgeva in pieno silenzio, si leggevano i passi tratti dal vangelo sulla morte di Gesù per la riflessione personale. Ogni volta, ognuno poteva scegliere di fare adorazione di fronte ad un dipinto diverso.
Ottobre 2002 – Giugno 2003 L’adorazione alla croce fu riproposta nella medesima modalità dell’anno precedente e nello stesso giorno, mentre, invece, si aggiunse, il primo giovedì del mese l’incontro sulla commemorazione dello “Spezzare il Pane”, anche questo aperto a tutti.
L’incontro si svolgeva all’incirca così: si leggevano alcuni brani, tratti dal Vangelo, sull’Ultima Cena, si dava spazio alla preghiera di lode carismatica e all’invocazione dello Spirito Santo, in maniera molto semplice.
Ottobre 2002 – Novembre 2003 Il sabato pomeriggio, in cascina, si svolgeva un incontro di preghiera di guarigione e liberazione interiore, aperto a tutti. Poiché vi partecipavano  
all’incirca una ventina di persone soltanto, a volte trenta, le preghiere erano molto più forti rispetto a quelle del mercoledì sera. Coloro i quali hanno partecipato costantemente al cammino potranno testimoniare le meraviglie che il Signore ha compiuto nella loro vita!
Maggio – Giugno 2003 Gemma propose a tutti gli effusionati di partecipare al Corso Giovanni, un corso di “iniziazione alla vita cristiana”, niente altro che sette incontri sui 7 sacramenti, affrontando le tematiche secondo ciò che insegnano la Madre Chiesa Cattolica Apostolica e il Catechismo degli Adulti. Il corso si svolse in cascina. In seguito, tra Dicembre 2003 – Gennaio 2004, tutti coloro che avevano partecipato al corso potevano proporlo agli altri fratelli del gruppo, anche a coloro che non avevano ricevuto la preghiera d’effusione.
Si sono, così, formati 5 gruppetti, di cui 2 formati da giovani e rivolti ai giovani, mentre i restanti 3 erano formati da adulti e rivolti agli adulti. Tutti gli incontri si tenevano a casa di un fratello o di una sorella che aveva messo a disposizione la propria casa.
Chi era già stato formato aveva il compito di prepararsi per tenere, a turno, l’insegnamento. Chi non se la sentiva, poteva fare da accompagnatore, cioè, sosteneva con la preghiera i fratelli che dovevano parlare durante l’incontro.
05 – 12 Luglio 2003 Settimana Comunitaria delle 3 Adolescenze a Torre del Lago. Questa iniziativa sorse dal desiderio di alcuni adulti di poter fare una vacanza insieme, per conoscersi meglio e condividere tutto ciò che era possibile. Grazie a Sr. Assunta fu  
possibile alloggiare in una grande casa per una settimana, gestendosi interamente le giornate.
Coloro che parteciparono a quest’esperienza furono: Gemma e Angelo Fiandaca, Guerino e Maria Donata Iannuzzi, Mino, Antonietta e Angela Cucchiarale, Rosa Cancellara, Francesca Rubino, Tommasa e Salvatore Di Salvo, Sr. Diomira, Angela Ferrara, Mina e Angela Migliaccio, Concetta Rizza, Sr. Assunta e P. Paolo. Gemma, Tommasa e Assunta si occupavano di organizzare le escursioni. Si sono formati tre gruppetti o tribù per poter dividere i compiti giornalieri e per preparare le serate: 1) Caino e Abele; 2) Giacobbe ed Esaù; 3) Aronne e Mosè.
Innanzi tutto, bisogna dire che i bravi autisti, forse per la troppa emozione di trascorrere insieme una settimana di vacanza, hanno sbagliato strada e stavano andando verso Bologna, anziché verso la Toscana…ma, accortisi subito dell’errore, sono corsi ai ripari e in breve hanno raggiunto la meta prestabilita.
Si sono trovati di fronte ad una casa stupenda, con una grande giardino all’esterno per le ore di siesta, un refettorio e una cucina, un salone dove svolgevano le serate e le varie stanze per dormire.
Le escursioni organizzate furono: la visita all’asilo dove Sr. Assunta presta servizio e dove festeggiarono i 50 anni di consacrazione della direttrice, Sr. Diomira, della congregazione delle Camilliane. Durante il percorso guidato all’interno e all’esterno dell’asilo, gli adulti si sono riscoperti bambini, mettendosi a giocare e a scherzare con tutto ciò che era a misura di bimbo!!!!! È seguita la visita alla casa di Puccini, al Gran Canale di Viareggio, alla casa madre di Maria Brun Barbantini (suora fondatrice delle Suore Camilliane) e all’istituto di S. Gemma Galgani.  
Il pomeriggio si andava in spiaggia per rilassarsi, prendere il sole, e per evangelizzare. Infatti, una volta giunti lì, pregavano il rosario a voce alta, accompagnandolo con canti gioiosi, con la gestualità e la danza. I primi giorni, i bagnanti erano alquanto perplessi, ma dopo poco hanno accolto con gioia l’iniziativa e attendevano il loro arrivo per pregare insieme.
Le serate erano all’insegna del divertimento e della conoscenza reciproca. Una serata fu dedicata all’informazione…ogni gruppetto doveva preparare un telegiornale, i cui contenuti, ovviamente, erano le gaffe e le avventure dei partecipanti! Si organizzò una serata danzante col suonatore di fisarmonica Angelo Fiandaca, una di barzellette e un’altra di dediche d’amore al proprio coniuge con delle canzoni e delle poesie…il tutto davanti agli occhi di una giuria che aveva il compito di premiare il gruppo più simpatico, più romantico, più gioioso.
L’ultima sera, Gemma e Angelo, scherzosamente, furono incoronati, con una corona di alloro ciascuno, per la disponibilità che hanno avuto in quella settimana dell’amicizia..
Tutti sono rimasti contenti, entusiasti dell’esperienza, perché hanno imparato a conoscersi, ad apprezzare il valore della condivisione, dell’umanità e della collaborazione fraterna. Tra di loro si sono accresciuti l’Amore, la Stima e la Riconoscenza che, ancora oggi, vivono nei loro cuori.
Dicembre 2003 In previsione del rinnovo del pastorale del gruppo del R. n. S., Gemma, sapendo di non ricandidarsi, con il pastorale unanime, ha deciso di lasciare la cascina per evitare che i  
nuovi eletti ne sentissero troppo il peso, sia dal punto di vista della missionarietà sia economico.
A questa esigenza, però, risponde la parola di Dio che ci dice di non affezionarci alle cose o alle persone attraverso cui il Signore opera, perché quello che Lui fa in un luogo può compierlo benissimo in un altro e con altre persone o direttamente, senza servirsi di nessuno. Ognuno di noi deve essere consapevole che Dio opera in ogni istante, quando, come e dove vuole, perché è lo Spirito che Glielo suggerisce.
8 Dicembre 2004 Si riparte!!!!!!!!!!!! I giovani si incontrano nel salone del Conventino della Parrocchia SS. Trinità di Nichelino, insieme a Gemma, per progettare un nuovo cammino…
3.2 Le Testimonianze
P. Mimmo
Voglio ringraziare il Signore profondamente perché, tramite voi, mi ha fatto assistere a 15 anni di una storia sacra in questa città di Nichelino e questa è una cosa veramente bella.
Mi sono rallegrato quando ho saputo che cominciava il cammino di questo gruppo. Mi ha sempre colpito molto la sua forza autentica e carismatica. Ho trovato che questo è veramente un gruppo di Rinnovamento nello Spirito, anche se poi non ho mai fatto da guida.
Una cosa certa: è che io sento un legame fortissimo e una grande riconoscenza verso tutti voi. Lodo il Signore per questo e, quando riusciamo a trovarci insieme, sono felice!  
Sono contento che Maria, Regina degli Apostoli, abbia dato la denominazione a questo gruppo e credo che sia una grazia avere la Mamma Celeste come protettrice.
Vi benedico tutti.
Amen!
Anita
Ringrazio il Signore per tutto il cammino che mi ha fatto fare, ma in questo momento, soprattutto, voglio rivolgere un grazie al Signore per la persona che la prima volta mi ha portata al gruppo, che mi ha fatto conoscere Gesù in un modo bellissimo e nuovo.
Come ho messo piede nel gruppo “Alleluia” ho sentito nel cuore qualcosa di particolare e ho detto: “Questo è quello che la mia anima cercava!” e lo devo anche a Pina Di Caprio.
Ringrazio il Signore per il cammino percorso a Nichelino, fatto di gioia e di purificazione, per avermi chiamata al servizio dei giovani quando sono stata a Roma e per tutto quello che continua a operare.
Annamaria
Ho conosciuto Gemma al gruppo “Alleluia”. C’è stato subito qualcosa che ci ha unite fortemente e l’ho capito poi nel tempo.  
Ho seguito anch’io il cammino alla SS. Trinità e, quando sono stata chiamata per fare parte della Comunità, ho sentito fortemente che era una cosa voluta da Dio, perché c’era un grande amore che sprizzava da tutte le parti. La voglia di poter fare qualcosa per i fratelli, nonché per Dio, dava veramente un’enorme gioia!
Ogni cosa la si faceva con una marcia in più e io sono contenta di aver fatto parte di questa Comunità e ho fatto quello che il Signore ha voluto, nonostante i miei limiti.
Lucia
Anch’io ho provato una grande gioia in tutto questo.
Ringrazio Tommasa per avermi portata al gruppo e poi è arrivata la Comunità, sono arrivati tanti ragazzi che mi hanno riempito il cuore. Essendo mamma, mi sono sentita consolata due volte, perché avevo capito che potevamo fare molto per i giovani. Per me è stata una esperienza di grande gioia, di collaborazione con loro, sia spirituale sia materiale, per quanto possa aver dato con i miei limiti.
Ringrazio il Signore per quell’esperienza e per quello che il Signore ha fatto anche dopo il cammino comunitario nel gruppo del Rinnovamento.  
Tommasa
Quello che posso dire della Comunità è che ci incontravamo ogni settimana. Prima di tutto, il Signore ci rafforzava con la preghiera, perché ogni volta che si pregava il cuore si rinnovava completamente. Inoltre, era bello incontrare i fratelli nella Comunità di Via Pracavallo, dove ci riunivamo per pregare il rosario, per abbracciare e ascoltare i fratelli che erano nella sofferenza.
Questa Comunità mi ha fatto tanto maturare, amare il prossimo, amare i fratelli, mettendo al primo posto il Signore.
Alleluia!
Angela
Ho trovato la Comunità in un modo particolare. Cercavo un gruppo in cui trovare il Signore nella semplicità, poiché sono una persona molto razionale.
Sono arrivata a Nichelino nella Chiesetta vecchia, ho trovato Gemma con 5 – 6 ragazzi che pregavano. Nella povertà e nella semplicità stavano pregando proprio come facevano gli apostoli.
Così decisi di rimanere nel gruppo, dove ho approfondito il mio cammino di fede. Prima conoscevo il Signore attraverso gli insegnamenti trasmessi da altri e tramite la Parola biblica, ma adesso lo conosco in profondità, ho sperimentato personalmente il Suo Amore.
Faccio parte del pastorale ed il grande dono che Dio mi ha dato è quello di donare la gioia di vivere agli altri.  
Cerco di testimoniarlo nel luogo di lavoro e in famiglia e per questo ringrazio il Signore.
Gemma
La mia testimonianza riguarda soprattutto il music hall Don Bosco perché è quello che ha impegnato più di tutti, sotto ogni aspetto.
Le prove non andavano avanti, ci trovavamo nella comunità di Via Pracavallo per provare…Prove su prove e non riuscivamo a combinare niente. Quando ho visto che la cosa ci stava sfuggendo di mano ho detto: “Prendiamo il carisma di Don Bosco e affidiamoci alla provvidenza!”.
Sapete cosa ho fatto? Andai al teatro Valdocco e, con un’incoscienza che non si può misurare, lo prenotai. Intanto, nessuno dei ragazzi andava avanti nel recitare e nel ricordarsi le parti. Prenotai il teatro, preparammo la locandina che esponemmo fuori dai negozi, preparammo il biglietto d’invito che inviammo a tutti i gruppi di nostra conoscenza e, alla fine, andammo in scena!
Rivedendo la videocassetta mi sono domandata: “Ma come hanno potuto recitare così bene questi ragazzi, non avendo studiato un minimo di recitazione?!?” È stato un messaggio grande!
Il servizio degli adulti, durante la preparazione degli spettacoli e al momento di andare in scena, era di pregare e collaborare. I  
costumi, le persone che hanno lavorato, quelli che si dedicavano alla falegnameria, quelli che hanno dipinto le scenografie, le ragazze, poche di loro, che avevano studiato danza, con tanto amore e tanta espressione cercavano di esprimere il messaggio…Tutta opera di Dio perché da soli non avremmo potuto!  

4. LA MUSICA E CANTO E LE TESTIMONIANZE DI ALCUNI PARTECIPANTI AI MUSIC HALL

4.1 Piccoli cenni sul servizio della musica e canto
Il servizio della musica e canto, all’interno del gruppo, sin dagli inizi nel gruppo Madonna della Fiducia, ha sempre occupato un ruolo molto importante, non tanto per il servizio in sé, quanto piuttosto perché coloro che ne hanno fatto parte si sono sforzati, fino all’ultimo, di ascoltare la voce dello Spirito Santo.
Quando i giovani frequentavano ancora nella baracca, svolgevano tale servizio Leonardo (chitarra), Enrico Di Caprio (tastiera), Giuseppe Pluchino (basso) e Assunta (cembalo). Proprio grazie alla volontà e alle capacità di questi ragazzi il Signore ha iniziato a operare attirandone molti altri.
Successivamente, quando ci si spostò nella Chiesa SS. Trinità, insieme a Leonardo si aggiunsero Selene (tastiera), Lorena e Lidia (cembalo e guiro), Pino (chitarra) e, fino al 1994, Andrea Etzi (chitarra)10.
10 Il fratello Andrea, l’8 settembre 1994, in seguito ad un aggravamento della Talassemia e a problemi di cuore, è stato chiamato nella casa del Padre, ma ancora  
oggi la sua gioia e la sua semplicità hanno lasciato un segno in coloro che lo hanno conosciuto.
In seguito, animarono Leonardo, Pino e Nando con la chitarra, mentre Nunzio Rosano ha incominciato a suonare il clarinetto.
Dal 1998, mentre Leonardo iniziava a dedicarsi esclusivamente all’animazione della preghiera, a Pino si affiancarono Luciano Chiavetta, Diego Lumia e Santino Caporale. Sempre nel 1998 si formò una piccola corale formata da: Pino, Diego, Luciano, M. Cristina Viviano, Silvia Bianco, Giuseppe Di Salvo Angela e Francesco Cucchiarale, Valeria Gulotta, Tiziana Laviano, Stefano La Ruffa, Margherita Maldarella, Paola Bechis, Daniela Toniolo. Selene Rochira e Lidia Calabrò si aggiungevano in alcune occasioni. Alcuni di essi hanno svolto il servizio della musica e canto per un solo anno, altri fino al 2002.
Dal 2002, se ne occupano: Pino (principalmente), Santino, Diego e Nunzio.
Il Signore ha donato anche molta creatività a coloro che ne hanno fatto parte, tanto che alcuni canti da loro combinati insieme o inventati sono rimasti, ancora oggi, nel repertorio di gruppo. Ne riportiamo alcuni titoli: “Mixage di Lode” (Leonardo, Enrico, Giuseppe P., Daniela P.); “Regina degli Apostoli” (Leonardo e Enrico); “Dammi Gesù” e “Jahvé Jahvé” (Giuseppe P.); “Noi siamo quelli” (Nando, Leonardo e Pino); “Padre noi ti preghiamo” (Leonardo e Pino) e il Padre Nostro (sulla base di The Sound of Silent) con cui si concluse il recital su Don Bosco.  
4.2 Le Testimonianze
Nando
Intanto voglio Dire Grazie, Grazie al gruppo perché da esso ho ricevuto tanto, io non ho dato niente.
Ho ricevuto dal gruppo un dono straordinario, il dono dell’Umiltà. Ero diverso e sono diventato un’altra persona grazie a voi, perché ho scoperto quanto grandi siete nella preghiera, quanto grandi siete nella vostra umiltà e, così, ho capito che per essere uno di voi bisognava essere umili come lo siete voi. Credo che questo sia il più grande dono che il Signore ha voluto per tutti, perché Lui l’ha detto: “Siate umili” e benché io lo sapessi, non avevo capito che era la cosa più importante!
Sono arrivato qui tramite mia moglie che mi aveva portato nella Chiesa Madonna della Fiducia e mi aveva detto: “Vieni, perché se no resti da solo a casa”. E quando sono andato lì e ho visto Leonardo e Pino, il monello di Dio, che costringevano le persone ad alzare le mani, a ballare, ad abbracciarsi e alla fine mi sono sentito dire: “Bisogna che Cristo cresca e che ammazzi il Belzebù e che vada un po’ più giù…Tutti giù…(Queste sono le parole del canto “Bisogna che Cristo cresca” che prevede anche il coinvolgimento dell’assemblea con alcuni gesti)” e io sono stato l’unico a rimanere in piedi! Ma non è finita! Hanno ancora detto: “Non andiamo avanti se tutti non
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vanno giù!”. Provate ad immaginare…già ero in difficoltà ad alzare le mani, perché non le avevo mai alzate, andare anche giù mi sembrava troppo! Mi sono seduto e hanno detto: “Lui! Non seduto, Giù!”. Mi sono dovuto adattare perché se no non andavano avanti! Comunque, quando sono uscito ero arrabbiatissimo e ho detto a mia moglie: “Questi sono PAZZI! Io qua dentro non metto più piede!”. Un mese dopo ero seduto in mezzo a loro che suonavo la chitarra.
Ho definito Pino il monello di Dio perché mi ha sacrificato tutte le volte che abbiamo suonato con il suo amplificatore sempre al massimo, però ho scoperto, con grande piacere che, finalmente, adesso usa la chitarra, come ha sempre fatto, in una maniera straordinaria, ma almeno usa l’amplificatore nella maniera giusta!
Luciano
Ho fatto parte del Rinnovamento per alcuni anni, è stata una bella esperienza, ho vissuto dei momenti molto particolari, sono arrivato per vie traverse e al momento ho intrapreso un altro cammino tutto da scoprire. Posso dire, però, che ho vissuto un’esperienza molto forte e che mi ha permesso di conoscere il Signore in una maniera più diretta.
Alleluia!  
Nunzio
Ringrazio il Signore di poterlo pregare e di farvi pregare con la musica, perché, attraverso di essa e le melodie, la nostra preghiera s’innalza a Dio.
Selene
Sono entrata nel gruppo nel 1989, avevo 12 anni.
Voglio ringraziare il Signore perché, per me, il gruppo ha rappresentato una seconda famiglia, quella spirituale. Sono convinta che Dio mi abbia creata come un elastico legato alla mia anima. Ogni volta, infatti, che tentavo di allontanarmi, di cambiare strada e di fare i cavoli miei, soprattutto quando ero più piccola e non me ne fregava assolutamente niente del gruppo, Lui mi tirava e mi riportava sulla Sua strada. Inizialmente, venivo per ridere e scherzare con altri bambini, tipo Lidia, però il Signore mi ha sempre acchiappata con le buone e ora sono contenta. Mi rendo conto che a 27 anni Dio sta diventando la mia unica Via, Verità e Vita. Non c’è niente e nessun altro che possa fare o cambiare le cose come Lui le sta facendo e cambiando.
15 anni fa’ ero completamente un’altra persona, ero molto molto timida e chiusa, insicura e avevo una bassissima considerazione di me. Dio mi ha messa subito in prima linea, non so perché, con la tastiera, con i music-hall, con il canto e l’animazione della preghiera.
Adesso penso che questo sia la mia dimensione e il mio servizio e ringrazio Dio per le meraviglie che ha fatto e che farà!
Amen!  
Lidia
Che dire…metà delle cose le ha già dette Selene, perché eravamo sempre insieme, io ero solo più piccola, avevo circa 8 – 9 anni.
Devo dire che il Signore mi ha presa per mano, ringrazio quel giorno, e penso che non me lo scorderò mai. Quando entrai nella baracca, portata da mia mamma vidi Anita seduta al primo o secondo banco. Ricordo che mi mescolavo in mezzo ai giovani, la guardavo e lei mi sorrideva con un sorriso grosso quanto una casa. Una sera tornando a casa in macchina ho chiesto a mia mamma: “Mamma, chi è quella signora che mi guarda, mi sorride come se mi conoscesse da una vita, ma io non la conosco, chi è?”. Lei mi rispose: “Si chiama Anita e ti vuole tanto tanto bene, perché nel Signore ci si vuole tutti bene!”. “Sarà”, dissi io, “io non la conosco, però, mi fa piacere che mi sorrida così!”.
Penso che la sua espressione sia stato proprio il Sorriso del Signore, quello che mi ha fatta restare.
Ero piccolina e in quel periodo incominciavano proprio i primissimi ritiri con i giovani, con Assunta, Miriam, Tiziana, Leonardo, Marianna e altri giovani che ora non frequentano più il gruppo. Ricordo che volevo andarci con tutto il cuore, ma Gemma non me lo permetteva, perché le tematiche erano molto spesse (da adolescenti un po’ birbanti), finché dopo un anno, circa, cominciò a lasciare che Selene, Anna Romito, Irene Pluchino ed io, partecipassimo ad un ritiro che si tenne a Piossasco.
Davvero, da quella volta non mi sono più allontanata e tante volte mi sono chiesta: “Ma io perché vado al gruppo? Perché lo frequento ancora?”. Oltre tutto, trovandomi sempre con giovani che non credevano e che a volte mi prendevano in giro, mi ponevo spesso questa domanda. Poi, tra me e me, mi davo da sola la risposta e mi dicevo: “Sì, ho capito perché resto: perché nel Rinnovamento ho trovato una famiglia spirituale, tanti fratelli che mi vogliono bene, una formazione che non troverei altrove”. Purtroppo, spesso, nella Chiesa certe formazioni non si danno, non si sa per quale motivo.  
Ringrazio il Signore per avermi fatto fare quest’esperienza, perché ho vissuto tutto, dal primo ritiro a Piossasco fino all’ultimo di Ulzio, il cammino in comunità, nonostante, per circa 6 anni, io abbia animato anche al gruppo Madonna della Fiducia con la musica e canto.
Ringrazio il Signore, perché mi ha fatto fare questo percorso e che sta continuando a farmi fare visto che adesso mi ha chiamata a servirlo nel pastorale del gruppo. Spero di continuare a servirlo e di restare forte e salda, soprattutto nei momenti difficili, di prova.
Lo ringrazio per tutti voi, fratelli, per i volti incontrati in quest’anniversario, per tutti quelli che verranno, perché siete davvero una grande grazia.
Amen!
Daniela
Per me, essere qui oggi, significa che Dio conferma il suo progetto su di me. Dio ha un disegno su ognuno di noi e, a volte, come per me adesso, passiamo dei momenti in cui non capiamo bene.
Penso che il Signore mi abbia proprio voluta in questo gruppo. Ho frequentato per un anno e mezzo e sono ritornata qua per vie traverse. Se Pino è il monello di Dio, Gemma è la monella di Dio, perché mi “perseguita”: l’ho conosciuta in ospedale quando io avevo dei problemi alla mano e lei era lì perché si era rotta la schiena.
Gemma, in quell’occasione, mi aveva parlato di Gesù, ma io ero arrabbiata con Dio e non l’ho ascoltata. Due anni dopo, mi trovavo nel Trentino e lì ho fatto un’esperienza all’interno di un gruppo, ho conosciuto lo Spirito Santo e questo modo di pregare. Mi sono chiesta come avrei potuto fare una volta tornata a casa.
Ho chiesto al Signore la grazia di farmi trovare dei fratelli a Torino e i ragazzi del posto mi hanno dato il numero di Gemma…quindi, dopo 2 anni sono andata nel Trentino per avere il suo numero!!  
Ho frequentato per un po’ e, forse, non mi sono resa conto di tutto quello che mi stava donando il Signore, perché non sono caduta una, ma svariate volte, anche se l’ho sempre sentito vicino.
Alla fine ho lasciato il gruppo, ma l’esperienza del Rinnovamento è stata importante perché mi ha lasciato un sigillo. La voce di Gesù continua a parlare in noi: anche quando vogliamo fare da soli, torniamo sempre al progetto che Dio aveva su di noi.
Il Signore mi ha risollevata in modo grandioso. Ho lasciato il gruppo per ribellione, gli ho dato la colpa del mio disagio. In realtà, ero io ad essere poco riconoscente verso Dio.
In 2 anni della mia vita mi aveva ricostruita, mi aveva ridato una famiglia. Come ha detto Gemma, c’è un volersi bene umano e ce n’è uno spirituale. Non ha importanza quanti anni siano passati, ma, nello Spirito, con i fratelli che il Signore ci dona, il dialogo e la preghiera non vengono meno, anche se non ci s’incontra personalmente.
Si resta uniti e uno solleva l’altro con la preghiera.
Sono andata via per scelta mia, perché sentivo tanta tristezza dentro di me.
Mi sentivo così, perché sono arrivata al Rinnovamento, ho ricevuto tanto dalla preghiera, ma, com’è successo a Gesù con i 10 lebbrosi, di quelli guariti, solo uno è tornato indietro per ringraziarLo. Penso di essere stata una dei restanti 9 lebbrosi: ero stata guarita non da una cosa, non da due, non da tre, ma da tante cose, però, nel cuore, ero ancora parecchio egoista! Ero triste, perché alla famiglia che mi era stata donata dovevo dare qualcosa ed era il Signore a chiedermelo.
Questo modo di andare avanti non mi stava più bene, dovevo fare tante cose, avevo troppe cose da guardare, volevo fare come volevo io.
Ho frequentato una persona, però ho toccato il fondo del pozzo. Ho umiliato talmente tanto la mia anima che mi sono resa conto di cosa vuol dire perdere la pace. Quando il Signore te la fa conoscere, perderla è la cosa più brutta che ci sia, perché significa che non si è più in comunione con Lui!  
Ho vissuto per 3 anni il percorso contorto che mi ero scelta sin dall’inizio. Questa famiglia, però, mi mancava, perché nel mondo non è facile trovare persone che sappiano capirti. Qui si parla dell’essenziale della vita, fuori si parla di tante altre cose!
Quando stavo con quel ragazzo, una volta ho sognato Gemma e oggi si realizza questo sogno. Mi trovavo in una grande assemblea, lei mi passava il microfono e io dicevo: “Sto costruendo una famiglia e forse avremo anche dei bambini!”. Lei mi guardava e mi diceva: “ Ah sì? E beh, non è solo questa la tua strada!!”. Mi sono alzata pensando che anche questo fosse un tormento, ma ho capito che aveva un significato quando la storia con quel ragazzo è finita. Ero completamente fuori rotta.
Nonostante venissi al gruppo, pregassi e leggessi la parola di Dio, i comandamenti me li sceglievo e dicevo: “Questo sì, questo no, questo sì, questo no…”. Invece, ora, dico che non è impossibile seguirli. Non sono una costrizione, ma una lettera d’amore di Dio, perché Dio ci conosce da sempre, sa ciò di cui abbiamo bisogno e sa anche ciò che succede quando noi trasgrediamo.
Seguire i comandamenti vuol dire tenerci uniti a Lui e percorrere un cammino di pace e di gioia.
Io ho scambiato il piacere con la felicità, la paura con la fede. Quando si ha fede non si ha paura. A volte, camminare per fede richiede di camminare da soli, andare contro tutto e contro tutti, ripartire da capo. Se sono ritornata non è per coerenza, ma perché era giusto così, rimettendomi in carreggiata e dando molta importanza alla preghiera.
In quei tre anni ho patito tanto perché non ho potuto fare la Comunione, da allora ho capito che nella mia vita non potevo rinunciare all’Eucaristia. Non poter ricevere Gesù dentro di noi è la cosa più brutta per un’anima che appartiene a Dio.
La preghiera che dobbiamo fare è di ringraziamento al Signore che ci ha fatto dono di questa giornata, ma ricordiamo anche quei fratelli che non sono potuti essere qui a condividere questa gioia e quelli che sono caduti, come ero caduta io. Forse, alcuni di essi  
volevano venire ma non ci sono riusciti. Questi hanno più bisogno, perché prima o dopo ritorneranno, se non nel gruppo, ritorneranno al Signore.
Ringrazio Dio perché mi ha voluta qua e per avermi di nuovo accolta tra le sue braccia.
4.2.1 Altre Testimonianze
Loris
Ringrazio il Signore per le persone, qui presenti e non, perché il gruppo per me è stato una parte della mia storia, una parte molto importante, che non dimenticherò mai, così come non si dimentica una famiglia.
Devo ringraziare la maggior parte dei fratelli perché, se sono quello che sono ora, è anche grazie a loro.
Ci siamo persi un po’ di vista per problemi vari, per mancanza di tempo, di salute. Mi sono però accorto che anche se vogliamo scrollarci di dosso quello che tante volte ci sembra un peso (la preghiera, il gruppo, l’impegno, il Signore stesso), non riusciamo, perché una volta che Lui è entrato nel nostro cuore non possiamo, con le nostre sole forze, farLo uscire e per questo devo ringraziare tutti i fratelli.  
Marilena Pluchino
Sono nata nel gruppo della Fiducia, molti anni fa, e anch’io devo ringraziare il Signore per molte, tante cose che non si possono elencare.
Il Signore ci riempie ogni giorno di tutte le meraviglie che compie.
Ho tre figlie, una è sposata da 3 anni (Irene), un’altra ha 23 anni (Ruela), una 18 (Alessandra) e dopo 26 anni è arrivata la ciliegina sulla torta: Chiara.
Grazie
Maria Teresa Tarallo
Ringrazio il Buon Dio per ciascuno di noi e quello che condividevo prima, insieme a mio marito Lorenzo, è questo: la maggior parte dei fratelli che c’erano 15 – 16 anni fa’ li ritrovo qui e questo per me è un giorno di Letizia. Vuol dire che il cammino c’è stato. È stato un cammino serio con il Signore e poi, questo luogo che mi ricorda la nostra effusione! Ringraziamo anche il Signore per quel momento di grande grazia!
Per quanto riguarda il ruolo interpretato durante lo spettacolino Dalla Risurrezione alla Pentecoste, forse un pochino mi ci ritrovo per la semplicità, anche se a volte non sembra.
Il cammino fatto è stato molto bello. La vera felicità, come tanti, l’ho travata nel Signore Gesù, tramite il gruppo del Rinnovamento e, quindi, nella Chiesa. Benedico il Signore per ogni momento che mi ha dato, che sia stato di letizia o di sofferenza, lo benedico lo stesso insieme a mio marito.  
Ringrazio ancora il Signore per ciascuno di noi, speriamo di ritrovarci ancora, adesso e sempre, tanti, numerosi, belli come in questo momento e anche di più se è possibile!
Alleluia!!!
Lorenzo Tarallo
È una gioia oggi poter festeggiare questo giorno con tutti voi! Oggi facciamo memoria del passato di questo gruppo che è anche un po’ nostro.
A guardare quanti eravamo 15 – 16 anni fa’ e quanti siamo oggi viene da dire: “Grazie Signore!”, per tutto quello che ha operato, perché ha benedetto la terra di Nichelino. Ha seminato e il raccolto si vede. Oggi sono 15 anni, ma non è un punto d’arrivo. Che sia oggi un punto di partenza!
C’è bisogno di tanti di noi che lavorino nella vigna del Signore. Gli apostoli erano 12 e hanno incendiato il mondo; oggi siamo tanti e possiamo fare di più! Allora, proclamiamo con gioia che Cristo è il Signore, senza vergogna o timore, perché Gesù è il nostro Dio e possiamo veramente toccare con mano il suo operato!
Grazie Signore!
Franco Montagna
Ho fatto parte di questo gruppo per 5 anni. Devo ringraziare Nunzio Marfia per avermi portato al gruppo un mercoledì sera. Ho visto che era una cosa più che giusta e sono rimasto insieme a tanti  
giovani. Ho partecipato a tanti ritiri e non potrei mai dimenticare i 5 bellissimi anni che il Signore mi ha fatto trascorrere con voi.
Da 9 anni vivo a Moretta e per questioni pratiche mi sono allontanato dal gruppo, però con la mia famiglia, da quando ho ricevuto la preghiera d’effusione, ho sentito molte volte nel cuore di fare del volontariato. Già a Torino, infatti, avevo fatto 4 anni di volontariato e quando mi sono trasferito a Moretta sono andato in una casa di riposo per accudire gli anziani, lavarli e per fare tutto ciò di cui c’era bisogno. L’ho fatto con tutto il cuore e mi ha dato tanta gioia!
Ora faccio parte di un’associazione delle famiglie, una volta al mese ci incontriamo nell’oratorio della parrocchia di cui sono anche membro del coro.
Ringrazio il gruppo perché ha fatto veramente tanto per me. Ho partecipato ai recital col mio sorriso e la mia allegria. Mi sono sposato quando ancora lo frequentavo e abbiamo fatto una grande festa. Avendo i genitori lontani, mi sono trovato in difficoltà durante i preparativi del matrimonio, ho chiesto a Gemma e abbiamo risolto tutto alla grande! Abbiamo mobilitato tutto il gruppo per le partecipazioni, il rinfresco ed è venuta fuori una festa bellissima!!!
Con mia moglie Mina, conosciuta al gruppo, ho avuto due bambine, Rosalba di 10 anni e Arianna di 3.
Ringrazio il Signore per quello che ha fatto in tutti questi anni!
Alleluia!!  
Umberto Cantarale
Sono nato in questo gruppo grazie ad una persona che non è più tra noi, però sono sicuro che oggi è nell’alto dei Cieli che ci guarda e dice: “Che bello! Sono di nuovo tutti assieme”. Questa persona è Pina Di Caprio. Grazie a lei ho cominciato a far parte di questo gruppo, anche se quando cominciai ero ancora un tossico.
Non credevo, li vedevo gioire davanti alla Parola di Dio, e mi dicevo: “Per me, qua il drogato non sono io, ma sono loro!”, perché non ci credevo, ma a furia di andare avanti il seme che, senza accorgermene, era stato posto nel mio cuore cominciava a crescere sempre di più, sempre di più, sempre di più.
Nel giro di 7 – 8 mesi, sono entrato in comunità e non una a caso, una comunità di preghiera, la Comunità Cenacolo di Suor Elvira, dove sono stato 3 anni; 3 anni duri, intensi, ma belli perché mi hanno portato a crescere nell’amore di Dio e quel seme, ancora oggi, è forte dentro di me.
Chiedevo sempre al Signore, nelle mie preghiere, di donarmi una famiglia, perché ne avevo un forte desiderio. Mi sono detto: “Adesso basta con la vita che è stata, vorrei una famiglia”. Il Buon Samaritano mi ha messo davanti quella che ora è mia moglie, persona che all’inizio non sopportavo (e la cosa era reciproca). Poi un giorno, senza sapere perché o per come, abbiamo cominciato ad uscire insieme, siamo andati a vivere insieme, è venuto il primo bambino e sono arrivati gli altri due (gemelli).
Oggi siamo felici. Mia moglie mi aiuta tanto negli errori che quotidianamente faccio, però lei è sempre lì, sempre presente. Quando sbaglio, per tanti aspetti, mi sembra di essere in comunità, quando gli altri mi dicevano: “Cosa stai facendo, cosa stai dicendo!” e mia moglie è così.
Siamo di due confessioni diverse, io cattolico e lei valdese, sposati col rito cattolico-valdese, chiedendo la dispensa al vescovo.  
Comunque sia, il Dio è Uno Solo, non ce ne sono 50 – 100, ed è quello per tutti. È quel Dio Buono che ci aiuta ogni giorno a crescere, nella fragilità.
Una cosa che non mi usciva dalla testa è che in comunità una volta Suor Elvira mi diceva: “C’era un uomo che diceva: “Ma Gesù, la croce che porto è troppo pesante, non va bene, dammene un’altra.” Allora Gesù lo portò in un grande prato pieno di croci e gli disse: “Allora figliolo, posa la tua e scegline una, quella che vuoi”. Cominciò a girare… “No, questa è troppo lunga, l’altra è troppo stretta, questa è troppo corta”…alla fine, dopo aver girato per tre giorni, andò a riprendersi la sua croce e disse… “Questa mi sta bene”. Non era pesante perché cominciava a portarla con la gioia nel cuore!”  

5. PARABOLA DI ONOFRIO

Si trovava in un villaggio un uomo dalla apparenza semplice, tanto che gli altri pensavano che fosse uno stupido. Alcuni lo deridevano, altri nemmeno lo consideravano. Egli viveva appartato da tutti e in una casa molto squallida e povera. Indossava gli indumenti e mangiava ciò che veniva buttato nella spazzatura.
Un giorno andò a trovarlo un bimbo. Questo bambino, di nascosto dai suoi genitori, giocando nel prato vicino casa sua, divenne amico di quest’uomo, poiché non vi erano altri coetanei e gli altri adulti non riuscivano a giocare con lui.
L’unico che lo comprendeva e che non si stancava mai di giocare era proprio quest’uomo che tutti chiamavano: ONOFRIO. Era diventato un soprannome, un nome dispregiativo che molti, pensando a lui, usavano proprio per indicare la persona più scema, infatti, usavano comunemente la frase: “Mi sembri Onofrio!”.
Quest’uomo era stato abbandonato sin da piccolo. La madre era morta al momento del parto e il padre aveva trovato da vivere lontano. Così un po’ uno, un po’ l’altro si occupavano di questo bambino, ma nessuno ha voluto riconoscerlo e prenderlo definitivamente con sé, perché era un po’ tardo. Fin da bambino, quindi, cominciò a vivere questa vita di accattonaggio. Onofrio chiedeva di essere preso a lavorare, anche come garzone o come guardiano di pecore, ma nessuno lo voleva.
Era un grande sognatore e quando si adagiava sul suo lettuccio costruito di assi e di paglia, sognava, sognava e vedeva un mondo equo. Nel soffitto della sua casa aveva fatto una finestra dalla quale entrava luce e dalla quale poteva ammirare il cielo quando si allungava sul letto. Non poteva fare altro. Non appena andava in paese, veniva deriso e i ragazzetti più alti lo rincorrevano tirandogli le pietre. L’unico suo paradiso era sdraiarsi su quel lettuccio e ammirare il cielo.
Vedeva una lunga scala fra la terra e il cielo e vedeva uomini e donne salire e scendere da questa scala. Caso strano, vedeva tutte le persone che conosceva andare su e andare giù, ma non vedeva se stesso e disse: “Oh, povero me! Neanche in questa scala sono stato incluso! Ma cosa vivo a fare in questo mondo? Cosa sono io? Dov’è il mio posto? Perché sono nato così sventurato? Perché gli altri non mi comprendono? Io non riesco a essere complicato come loro! Io vedo le cose molto semplicemente e quello che penso lo dico. Gli uomini, però, non vogliono perché se io dico ciò che penso mi maltrattano, mi picchiano, mi insultano, mi cacciano via. Io non riesco a dire una cosa per un’altra!”. Era veramente scoraggiato e a un certo punto disse: “Oh, povero me, non ho neanche il mio nome! Fin da piccolo mi sentivo chiamare Paolo, ma poi mi hanno chiamato Onofrio. Ma è possibile che proprio nessuno mi comprenda?È possibile che non ci sia nessuno che mi ami? Ma sono proprio così brutto, così diverso?”.
Un giorno il sole si abbassò fino al punto di penetrare nella capanna, scaldarla e avere un caldo incredibile. Egli si stupì di questo e disse: “Beh, ho capito: il sole mi ama perché mi scalda!”. Un giorno uscì fuori e vide che per terra vi era una sorgiva; allora scavò con le mani e ne uscì acqua zampillante. “Oh, che meraviglia!!!” disse “Non dovrò più scendere in paese per prendere l’acqua, perché ogni volta mi insultano e mi prendono in giro. Passano sempre prima di me dicendo che non ho visto bene, così trascorro là tutto il giorno per prendere una brocca d’acqua e quando si fa sera e tutti hanno finito è il mio turno. Ma finalmente posso attingere l’acqua direttamente da questa sorgiva. Ho capito, l’acqua mi ama perché è venuta qui, fino ai miei piedi”.
Un giorno si affacciò fuori, aveva un caldo tremendo; era una giornata molto afosa, ma lui sentì un lieve respiro, un vento soave che lo accarezzava e capì che anche il vento l’amava e disse: “Beh, c’è chi mi ama! Il sole mi ama, l’acqua mi ama, il vento mi ama!”. Egli, però, non sapeva neppure chi fosse il sole, chi fosse l’acqua, chi fosse il vento, ma ancor di più non sapeva veramente chi l’amasse per mandargli il calore del sole, l’acqua per dissetarlo, il vento per rinfrescarlo.
Di tanto in tanto, quel bimbo continuava ad andarlo a trovare. Vide che c’era la fontana, si dissetò anche lui e si misero a giocare con l’acqua, finché un giorno torno a casa tutto bagnato. La mamma lo riprese di brutto, chiedendogli dove poteva essersi bagnato (poiché la fontana più vicina era distante chilometri) e così il bambino, sotto le minacce della madre, dovette ammettere che tutti i giorni andava a trovare Onofrio per giocare con lui.
In un primo tempo, la mamma lo sgridò e pensò che quello scemo era talmente scemo che, dopo aver fatto tutto il giorno la coda per attingere l’acqua dalla fontana, si metteva a giocare con essa e, così facendo, la sprecava. Dunque, non diede peso a quel segno.
Un giorno, Onofrio era seduto davanti alla porta di casa sua. Passò un viandante che gli chiese da mangiare. Lui guardò nella sua dispensa e tutto ciò che aveva raccattato il giorno prima era della frutta marcia; poi aveva un tozzo di pane, talmente duro e ammuffito che anche un cane lo avrebbe rifiutato; infine pensò che avrebbe potuto dargli di quell’erba che cresceva attorno alla sua casa e di cui lui si nutriva. Così gli disse: “Tutto quello che ho è questo, se vuoi mangiarlo questo è il mio pasto, ma se vuoi lo possiamo condividere”. Il mendicante gli rispose: “No, lo condividiamo, non voglio che tu faccia la fame per me”. Allora pensarono di bagnare quel tozzo di pane nell’acqua, di togliere il marcio dalla frutta e così mangiarono. Il mendicante gli insegnò che poteva far seccare la frutta al sole, in modo che avrebbe potuto usufruirne durante l’inverno, quando sarebbe stato impedito dalla neve e dal freddo per raggiungere il mondezzaio e quando nessuno avrebbe buttato via niente.
Parlarono molto e questo mendicante restò sorpreso dalla sapienza di Onofrio e gli chiese: “Ma come mai vivi da solo?”. Rispose: “Perché gli uomini non mi accettano, non mi vogliono e io sono costretto a stare qui”. Il mendicante lo salutò e andò via. Andò in piazza e incontrò persone rispettabili. Si avvicinò loro e disse di essere un eremita e di aver scelto di fare quella vita, anche se, in realtà, era molto ricco. Disse anche: “Voi avete una grande ricchezza qui in paese. Quell’uomo che vive in quella casetta è un sapiente, bisogna ascoltarlo! Egli sa la verità di ogni cosa!”. Ma questi lo derisero dicendo: “Questo è più scemo di Onofrio! Adesso, anziché avere uno scemo, ne avremo due!”.
Un giorno, davanti alla casa di Onofrio, si fermò una carrozza con due cavalli. Da essa scese quel mendicante, ma non era più un mendicante, perché era rivestito di un manto regale e di una corona sul capo. Egli ebbe timore: pensò che qualcuno avesse fatto la spia e che sarebbe stato arrestato perché viveva in quella casa. Incominciò a tremare, si buttò in ginocchio ai piedi del re implorando perdono e misericordia, chiedendo di non portarlo via da lì.
Il re gli sorrise e gli disse: “Non temere, perché tremi? Sono venuto per portarti via con me; non ti porto in un luogo desolato, ma in uno regale”.
Onofrio riconobbe la voce del mendicante e si fidò. Prima di salire sulla carrozza, raccolse dentro uno straccio la frutta secca e il pane vecchio che aveva raccattato. Il re sorrise vedendo la semplicità di quell’uomo e di come non comprendesse che non avrebbe avuto più bisogno di quel pane duro e di quella frutta secca, ma avrebbe trovato ogni cibo, ogni delizia. Lasciò che portasse con sé il suo fagotto, perché gli sembrava di togliergli troppo.
Onofrio salì sulla carrozza, ma questa non camminava, volava ed era stupito, gioioso, per lui potevano volare anche i cavalli, non era impossibile! Allora, questo re, vedendo che Onofrio credeva che anche i cavalli potessero volare, fece fare loro delle acrobazie incredibili.
Quelli del paese vedevano un qualcosa di strano che si arrotolava nel cielo, ma non riuscivano a comprendere che cosa fosse. Prima erano stupiti, poi furono presi da grande timore. Tutti si raccolsero nella piazza e continuavano a fissare il cielo, pensando che potesse essere un castigo di Dio, una calamità che si stava avvicinando o che potesse cadere una stella.
Onofrio, invece, era pieno di gioia; finalmente qualcuno aveva capito che lui voleva soltanto essere semplice, non chiedeva altro.
Poco per volta, la carrozza si allontanò. Gli abitanti del paese la videro allontanarsi fino a vedere solo un leggero puntino; poi scomparve. La carrozza entrò in un grande portone e quando vi fu dentro, con grande stupore, egli vide che le pareti erano dorate, tutto era regale. Una volta sceso, tutti lo veneravano, tutti lo abbracciavano. In fondo al cortile, trovò una bellissima donna che lo accolse e lo strinse forte al suo cuore. Onofrio, dall’amore che usciva da quel petto, da quelle braccia che lo stringevano, comprese che non erano stati il sole, l’acqua, il vento ad amarlo, ma era stato il cuore di quella donna. Non sapeva chi fosse, sapeva solo di essere tanto amato da lei che le disse: “Non farmi andare più via da qui, perché gli uomini non mi amano!”. La donna rispose: “Proprio perché gli uomini non ti hanno amato, io ho potuto amarti di amore materno ed eterno. Non tornerai più sulla terra perché da oggi vivrai qui nel mio regno”.
Gli uomini del paese continuavano a domandarsi cosa potesse essere stato quel segno. Quando si radunavano nella piazza a gruppetti e quando le massaie si riunivano per andare alla fontana a lavare i panni, ognuno esprimeva il proprio commento. Per qualcuno era stato un segno del cielo, per qualcun altro era stato il diavolo, per altri ancora era motivo di allucinazione globale, collettiva.
Dopo molto tempo si accorsero che di Onofrio non si sapeva più niente. Quel bimbo andò a trovarlo, ma non lo trovò; vide solo che sul suo lettuccio, stranamente, era nata una pianta di rose rosa che profumavano di un profumo tenero. Il bimbo ebbe paura di dirlo a casa, in quanto sapeva che sarebbe stato punito e picchiato perché non ci sarebbe assolutamente dovuto andare.
Alcuni uomini si trovarono a passare dal quelle parti e ridendo dissero: “Andiamo a vedere cosa fa Onofrio!”. Si stupirono, quando videro davanti casa sua una grande fontana ed esclamarono: “Ma guarda quello scemo, aveva dell’acqua e non ce l’ha mai detto! Merita proprio di prendere tante botte! È proprio ora che quest’uomo lo cacciamo fuori da questo paese, perché è la nostra rovina, oltre che la nostra vergogna! Guardate, qui è sorta dell’acqua e se la teneva tutta per sé!”. Rispose un altro: “Io ve l’ho sempre detto che non era uno scemo, ma un furbo, solo che non aveva voglia di lavorare…ecco perché faceva l’idiota. In fondo gli faceva comodo; bene o male mangiava!”. Intervenne un terzo e disse: “Per me è proprio il momento di dargli una lezione. Lo prenderemo, lo spoglieremo, lo porteremo nudo in piazza e tutti lo derideranno, così la prossima volta imparerà, quando avrà qualcosa, a tenersela per sé!”.
Entrarono dentro, pronti con un progetto su come acchiapparlo, ma, con grande stupore, videro che sul suo letto era nata una grossa pianta di rose rosa dalla quale si spandeva un profumo, che non somigliava per niente all’odore puzzolente di Onofrio. Qualcuno, uno in modo particolare, si inginocchiò davanti a quella pianta e disse: “Questa è opera di Dio!”. Un altro disse: “Forse, non abbiamo mai capito la sua semplicità!”. Un altro aggiunse: “Mi pento di tutte le volte che l’ho maltrattato!”.
Andarono in paese, raccontarono il fatto e tutti accorsero a vedere quella pianta di rose. Tutti compresero che era un’anima che il Cielo aveva mandato per provare la loro disponibilità, il loro amore, e che non l’avevano saputo accogliere. Allora tanti pensarono: “Qui Onofrio si merita un tempio, è giusto che noi costruiamo un tempio dove egli è vissuto. L’acqua che è sorta è un miracolo! E, poi, c’è questa pianta di rose…e le rose non appassiscono mai, sono sempre fresche!”. Qualcuno propose perfino di erigere un tempio con la sua immagine scolpita.
Nel frattempo, arrivò il bambino e disse che Onofrio era suo amico e che, in realtà, non si chiamava così. Allora la mamma lo prese tra le braccia e chiese: “Ma davvero era un tuo amico?”. Tutti si raccolsero intorno al bambino. “Parlaci di Onofrio, raccontaci di lui!” chiesero e il piccolo rispose: “Lui giocava, era semplice e mi raccontava tante cose!”. Allora la mamma comprese che, quella volta che il figlio arrivò a casa tutto bagnato, si era bagnato in quella fontana. E lei…che stolta, che cieca! Se fosse corsa subito dove il bimbo l’avrebbe condotta, avrebbe scoperto che forse quello non era un uomo qualunque. Poi pensò: “No, se io fossi corsa lì e avessi scoperto la fontana, forse, lo avremmo deriso ancora di più, anzi, gli avremmo tolto questo giaciglio, questa casa. È stato un bene così, che io all’epoca sia stata sorda e cieca”.
La gente continuava a fare domande per sapere di Onofrio. Il bambino ad un certo punto disse: “Tutte le cose non me le ricordo, so solo che mi divertivo tanto! Anzi, una sola cosa ricordo molto bene. Un giorno mi disse: “Io ti dico un segreto, ma lo rivelerai soltanto quando non ci sarò più. Il mio nome non è Onofrio”. E gli domandai: “Allora qual è?”. Rispose Onofrio: “Il mio nome è Gesù. Sono venuto per provare il cuore di questi uomini, ma li ho trovati increduli. Qui si erigerà un tempio, tutti verranno a pregare e si convertiranno” .
Sapete qual è il significato di questa parabola?
Questo è ciò che succede in ogni uomo, in ogni creatura. Nel corpo di ciascuno di noi vi è una città. In questa città vi sono sentimenti buoni, sentimenti cattivi, si agitano pensieri buoni, pensieri cattivi, azioni buone e azioni cattive. Proprio ciò che succedeva in quel paese.
In ogni figlio che riceve il Battesimo c’è Dio, ma pochi lo scoprono, pochi lo vedono, persino noi stessi facciamo fatica a vederLo nel nostro cuore.
Come Onofrio si è presentato semplice, Dio si è manifestato come Onofrio e bussa al cuore di ciascuno di noi. Sapremo accogliere le Sue meraviglie solo se riusciremo a essere semplici, se crederemo che i cavalli volano, che il sole ci ama e si abbassa per noi per scaldarci, che l’acqua può sorgere lì dove siamo e che il vento può riscaldarci. Se riusciremo a credere a tutte queste cose, allora, potremo, SÌ, ESSERE SANTI.

CONCLUSIONE

Al termine di questo lavoro non si può non dire: “Il Signore è Buono e Grande nell’Amore!”. Ci ha ricolmati di ogni bene spirituale e, anche quando tutto sembrava andare a rotoli, i giovani si sono dispersi e lo spirito sembrava essersi spento, l’Amore di Dio non ha mai cessato di manifestarsi personalmente ad ognuno di noi.
Con il cuore in mano e per come sarebbe stato difficile tutto ciò senza la collaborazione di tutti, i ringraziamenti vanno a Gemma, Leo, Angela D. N., Lucia e Tommasa che si sono lasciati intervistare prima della giornata di ritiro; a Tommasa, Sr. Assunta e Lucia che hanno fornito il materiale cartaceo per la ricostruzione cronologica degli eventi; a Sr. Assunta per aver conservato tutto il servizio fotografico relativo agli incontri, molto utile per risvegliare la memoria; a tutti coloro che hanno portato la loro testimonianza il 24 ottobre, regalando corposità e significato a questo libro e a coloro che ce l’hanno donata, in forma scritta, successivamente; a Gemma e Selene per aver prestato a chi scrive le videocassette per ravvivare i ricordi, ormai riposti nel cassetto; A Roberta e Gemma per le correzioni e i suggerimenti utili durante la stesura delle bozze; a Diego per la scansione della foto della Regina degli Apostoli, a te lettore che hai dedicato del tempo aprendo il tuo cuore all’Amore di Dio e, ultimo, ma più importante di tutti, a nostro Signore che ha stimolato la memoria anche dei minimi particolari di tutto ciò che è avvenuto.
Raccogliere la storia di tante anime che insieme hanno collaborato alla formazione del regno è stata un’esperienza di gioia, di lode e di ringraziamento. Forse quasi tutti avevamo dimenticato quanto il Signore ha fatto per ciascuno di noi, perché le prove ci buttano a terra, perché non abbiamo ancora imparato a dire sempre “Grazie Signore!” per ogni cosa, anche apparentemente negativa.
Da oggi comincia una nuova vita: nuovi fratelli si sono aggiunti al gruppo e insieme a loro inizieremo nuove attività…ma per poter ripartire da zero, o quasi, è necessario comprendere che Dio fa sempre qualcosa per noi, anche se al momento non lo comprendiamo. A Lui dobbiamo rendere la Gloria e l’Onore per quello che è stato fatto fino a qui…nessuno è artefice di tutto ciò se non l’Onnipotente! Noi siamo solo suoi strumenti per mettere in atto i suoi progetti, perché:

Dio non ha mani, ha soltanto le nostre mani
per accarezzare e curare il mondo;
Dio non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi
per seguire i suoi passi e andare in tutto il mondo;
Dio non ha bocca, ha soltanto la nostra bocca
per annunciare ancora oggi che Cristo è Risorto e Vivo in mezzo a noi
e che come 2000 anni fa’ opera prodigi e miracoli!

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