mercoledì 16 maggio 2012

Guidaci, Signore, per le tue vie

Eccoci di nuovo alla preghiera del mercoledì, pronti a far sentire la nostra voce al Signore, attraverso il canto, la lode personale, la preghiera di ringraziamento per la gioia che Gesù mette nei nostri cuori ogni volta che incontriamo i fratelli e ci prepariamo all'incontro con Lui...  cantiamo: Com'è bello, come dà gioia che i fratelli siano insieme. 
Bastano un paio di canti di lode e i nostri cuori si aprono. La musica tace e ognuno trova le parole per lodare il Signore per qualche motivo personale. I fratelli che guidano la preghiera invitano tutti, anche i più timidi, anche chi fa parte del gruppo da poco, a lasciarsi andare ad un momento di lode spontanea, perchè queste sono le cose che più di tante preghiere fanno piacere al nostro Dio: essere riconoscenti per i continui regali d'amore che Lui ci dona.
La nostra coordinatrice ci invita ad una breve riflessione sull'umiltà che ha permesso a Salomone di ottenere da Dio il dono della Sapienza. L'umiltà: una via impensabile, quasi impercorribile per l'uomo moderno, così autosufficiente ed arrogante. Un'atteggiamento che ottiene da Dio più di ogni altra cosa, dunque da riscoprire e vivere ogni giorno.

Poi si avvicina il momento dell'invocazione dello Spirito Santo; lo facciamo con un bellissimo canto che si intitola: Manda il Tuo Spirito, e Lui... arriva! 
Lo Spirito Santo scende su di noi come brezza, come soffio, come respiro, come fuoco, come acqua, come vento impetuoso. Lo Spirito Santo scende su di noi con le lingue, nella diversità dei linguaggi, secondo le espressioni dello Spirito.
 
E dona preziose immagini e parole che raccolgo qui di seguito.

Lo Spirito Santo scende in mezzo a noi con il sapone, con l'acqua e viene a lavare i nostri peccati, viene a lavare sopratuttto i nostri sensi di colpa, le nostre angoscie, anche immotivate, le nostre incredulità. E ci ricambia con amore, fede, speranza e carità.

Un fratello proclama una parola, tratta dal capitolo 9 del Vangelo di Giovanni.
Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono:"Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?". Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo". Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: "Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 

Grazie Signore Gesù, perchè vieni a salvarci. Anche se i tuoi modi sono spesso incomprensibili. Sono cieco, non vedo futuro per la mia vita, non vedo la strada da percorrere per raggiungere la tua pace. E Tu cosa fai? Mi spalmi del fango sugli occhi e dunque lì per lì ci vedo ancora meno. Poi mi dici di andare a lavarmi alla Piscina di Siloe, ed io ci devo andare, camminando a tentoni, sbattendo contro i muri. Ma solo facendo così ritroverò la vista. Solo fidandomi, solo arrendendomi a Te, alle Tue parole, alle cose che non comprendo, vedrò la vera Luce.

Grazie Gesù, grazie Maria per la tua intercessione.







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